E’ arrivata da poco un’importante notizia proveniente dall’altro lato dell’Oceano: la Corte Suprema degli Stati Uniti, in una sentenza senza spiegazioni giovedì scorso, ha consentito a un giudice federale del Texas di bloccare le linee guida sull’immigrazione dell’amministrazione Biden che, secondo i pubblici ministeri degli Stati di confine, limitano la capacità degli agenti di frontiera di detenere ed espellere gli stranieri illegali.
E’ quanto ha riportato il quotidiano internazionale The Epoch Times a fine luglio scorso.
La sentenza è una battuta d’arresto politica per l’amministrazione Biden mentre cerca di destreggiarsi tra un’impennata senza precedenti di immigrazione illegale, l’eccessiva immigrazione e l’applicazione delle dogane (ICE) e un’agenda per sostituire la politica di confine più rigorosa dell’amministrazione Trump in mezzo a critiche bipartisan.
I giudici dissenzienti includono il giudice Amy Coney Barrett, il giudice Sonia Sotomayor, il giudice Elena Kagan e il giudice Ketanji Brown Jackson, segnando il primo voto di Jackson dall’inizio del suo mandato il mese scorso.
Il DHS [United States Department of Homeland Security] aveva emesso le nuove linee guida sull’applicazione dell’immigrazione a fine di settembre 2021, ordinando alle autorità preposte al controllo dell’immigrazione di esercitare una “discrezione” e di dare la priorità alla detenzione o all’espulsione di stranieri illegali che “rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale, la sicurezza pubblica e la sicurezza delle frontiere”.
In pratica, le linee guida del settembre 2021 indicano che la mancanza di un’autorizzazione legale a soggiornare negli Stati Uniti da parte di uno straniero illegale “non dovrebbe essere la sola base di un’azione esecutiva contro di loro”.
Questa guida è in diretto contrasto con la politica del DHS dell’era Trump, che guida le autorità di immigrazione a detenere ed espellere gli stranieri illegali in modo non discriminatorio, tranne in alcuni casi limitati, come quelli che sono venuti negli Stati Uniti da bambini o sono genitori di cittadini statunitensi o residenti permanenti.
La sentenza dell’alta Corte, che ha confermato la sentenza di una Corte federale nel giugno 2022 che ha reso vacante la guida del DHS dell’amministrazione Biden del settembre 2021, offre al Texas e alla Louisiana una vittoria temporanea, almeno fino a quando la Corte Suprema non ascolterà il caso nella sessione di discussione del dicembre 2022.
Secondo il giudice nominato da Donald Trump infatti, Drew Tipton, del Tribunale distrettuale del Texas per il distretto meridionale, è “difficile negare” che la nota del DHS del settembre 2021 abbia inflitto danni allo Stato del Texas.
Il giudice Tipton si è schierato con gli Stati di confine affermando che “prove incontrastate” mostrano che la nota di settembre 2021 ha portato a un aumento del flusso di immigrati illegali in Texas, con lo Stato che ha bisogno di spendere più soldi per l’accusa, la detenzione, l’assistenza sanitaria e l’amministrazione.
Il Tribunale distrettuale ha continuato affermando che mentre il DHS sostiene che alcuni dati sull’immigrazione hanno mostrato un aumento del numero di arresti ed espulsioni in seguito alla sua guida a “dare priorità” agli stranieri condannati penalmente, l’aumento è sproporzionato considerando la “ondata senza precedenti di stranieri illegali che si riversano al confine.”
Il giudice Tipton ha scritto: “Dato che il numero di incontri con i passanti illegali è dieci volte quello di aprile 2020 (…) un aumento di arresti ed espulsioni è tutt’altro che impressionante, soprattutto se (…) circa tre quarti degli stranieri illegali che attraversano il confine non vengono rilevati interamente dal DHS”.
Ancora una volta, per coloro che sono convinti che il fatto che Donald Trump abbia firmato nel gennaio 2021 l’Insurrection Act sia soltanto una bufala, ecco qui un’ennesima dimostrazione che stanno sbagliando.
Trump sta dirigendo oggi il corso di quegli avvenimenti storici esattamente come da tanti anni ha fatto quello stato profondo che oggi versa in gravi difficoltà.
L’amministrazione Biden incassa l’ennesima sconfitta dopo poco tempo, mentre Donald Trump e quell’ampio movimento che lo sostiene segnano un altro colpo a loro favore.
Colpo dopo colpo, Trump sta facendo infatti a pezzi i Democratici: il consenso verso un Presidente degli Stati Uniti d’America non era mai stato così basso come adesso, mentre si avvicinano le elezioni di medio termine.
E molte di quelle cose che Donald Trump non ebbe la possibilità di compiere nel periodo della sua presidenza, incredibilmente si stanno realizzando adesso: si palesano ogni giorno di più i disastri dell’amministrazione Biden, mentre lui se ne rimane nell’ombra e non criticabile dai media mainsteam, sempre pronti ad attaccarlo.
E in Italia?
In Italia – come ben sappiamo – il COVID ha fatto dimenticare l’emergenza dell’immigrazione all’intera classe politica, tutta tesa a contrastare il virus.
Ma mentre i politici italiani si occupavano di COVID, le coste italiane, come i confini statunitensi, hanno registrato sbarchi da record.
Se ne sono accorti molto bene coloro che abitano le coste e per due anni hanno visto incessantemente le navi da crociera ancorarsi nei mari circostanti, a poche centinaia di metri dalle città.
Per due lunghi anni, ogni nave che sbarcava il suo carico umano dopo solo pochi giorni riprendeva il suo posto con un carico nuovo.
Dopo il lockdown del marzo 2020, incredibilmente si potevano osservare le coste siciliane popolate di stranieri come non mai: nel mese di giugno 2020 si incontravano tanti uomini e anche donne con bambini provenienti dall’Oriente e non dall’Africa, che molto difficilmente potevano essere arrivati sull’Isola con dei barconi.
E veniva varato non tanto tempo dopo dalla Regione Siciliana un piano da 4,4 milioni di euro allo scopo di finanziare tirocini e percorsi formativi per permettere ai migranti di stabilirsi definitivamente sull’Isola, con contributo di circa 6.200 euro ad immigrato, una sorta di dote.
Contemporaneamente aumentavano a dismisura i suicidi dei siciliani che avevano perso il lavoro a causa del COVID.
Ma lo stesso copione si è ripetuto amaramente in tutta Italia, anche se non possediamo dati certi.
L’hotspot di Lampedusa continua oggi a rimanere al collasso con il proseguire inarrestabile degli sbarchi sull’isola, mentre il traffico dei migranti clandestini viene gestito incessantemente dalle svariate ONG finanziate dal miliardario George Soros.
Ma adesso la destra italiana si è dimenticata, anzi ha fatto finta di non accorgersene, con Salvini che cerca di recuperare faccia e consenso, mentre Silvio Berlusconi ritorna a promettere mari e monti come fece negli anni Novanta, precisamente nel 1994, quando l’Italia (correva l’anno 1992) era stata da poco svenduta agli speculatori stranieri sul Britannia, su cui si trovava per l’esattezza anche Mario Draghi.
I poteri forti adesso stanno però puntando tutto su Giorgia Meloni, dato che rappresenta un volto nuovo che non è mai salito al governo.
Ma, per chi non lo sapesse, l’istituto Aspen cui appartiene Giorgia Meloni è della famiglia Rockefeller.
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
E’ la celebre frase pronunciata da Tancredi, nipote prediletto del principe Fabrizio Salina, nel noto romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
E’ il vecchio trucco con cui si ingannano periodicamente alle elezioni milioni di italiani: “Apriremo il Parlamento come una scatoletta…”, diceva un vecchio comico davanti alle telecamere.
Ma la carta vincente dell’Italia è comprendere questo gioco durato troppo a lungo.
Lo scomparso giudice Paolo Ferraro, che pagò molto duramente la sua opposizione al sistema, fece capire chiaramente durante un’intervista come destra e sinistra italiana rappresentassero le due facce della stessa medaglia.
Disse ancora come solo un movimento dal basso poteva salvare l’Italia, un movimento consapevole di quanto stesse accadendo.
Un movimento non politico, ma fatto di gente comune, come quelli che si stanno risvegliando in questi ultimi tempi da ogni parte del mondo.
Dall’Olanda, con la grande protesta degli agricoltori, al Perù, allo Sri Lanka, dove il movimento di protesta ha costretto il vecchio presidente Gotabaya Rajapaksa a lasciare l’incarico e rifugiarsi all’estero.
Sembra infatti che una forte scossa stia risvegliando il mondo.
Proteste in Sri Lanka
Agricoltori olandesi bloccano un’autostrada per protesta (Foto ANSA)
L’alleanza tra Donald Trump e Vladimir Putin ha già vinto.
Mentre in Italia i partiti versano tutti in gravi difficoltà, ormai privi dei loro referenti sovranazionali, al di là dell’immagine tirata a lucido che vorrebbero veicolare attraverso il mainstream.
E’ venuto ormai il tempo di sedersi sulla sponda del fiume e aspettare con pazienza. Gli italiani, infatti, devono solo saper attendere, senza ricadere nel solito tranello.