Molti canali della cosiddetta controinformazione continuano a diffondere la notizia che il green pass non verrà abolito, ma tornerà in autunno. Tante persone sono dunque convinte e ormai rassegnate al fatto che tale limitazione della libertà personale sarà ormai definitiva.
Queste notizie di carattere allarmante ovviamente contribuiscono a destare non poca preoccupazione e scoraggiamento fra la popolazione, con l’incubo del ritorno del certificato verde nel prossimo autunno.
Ma se si leggono bene gli articoli provenienti dagli stessi canali ufficiali d’informazione, ci si può rendere conto invece di come lo strumento del green pass sia arrivato in realtà definitivamente al capolinea.
Così diceva poco tempo fa all’ANSA il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in merito al green pass: “i criteri non cambiano: di fatto c’è sempre, solo che dal primo di maggio non verrà più richiesto per nessun tipo di attività, e noi confidiamo e auspichiamo che non ce ne sia più bisogno. Non è che sparisce, semplicemente non viene più richiesto e non viene più utilizzato […]”.
E così dichiara la stessa ANSA, lo scorso 1° maggio: “Da domani, però, il Green pass sarà solo un lontano ricordo per il giubilo del popolo no-vax […]”.
“La prossima scadenza sarà quella del 15 giugno, quando l’Italia dirà ufficialmente addio alle mascherine anche al chiuso. Alla stessa data verrà meno l’obbligo vaccinale per gli over 50, forze dell’ordine e lavoratori delle scuole. Il 31 agosto, invece, scadrà la procedura semplificata per lo smart working, mentre il 31 dicembre scadrà l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e i lavoratori di ospedali e Rsa. Stop anche all’obbligo vaccinale o al tampone per far visita alle Rsa“.
Come si potrà osservare, l’ANSA, che è stata voce della propaganda ufficiale in questi due anni, non parla assolutamente di un ritorno del green pass per il futuro ma elenca via via la fine di ogni restrizione.
Di fatto, ormai, sono più le voci della controinformazione a continuare a seminare terrore fra la gente, che la stessa propaganda ufficiale.
Soltanto pochissimi avevano affermato e ripetuto da tempo che le restrizioni sarebbero via via cadute, verosimilmente a partire dalla primavera 2022, in primo luogo perché il panorama internazionale stava mutando velocemente.
Le indagini condotte negli USA dal procuratore speciale John Durham stanno raccogliendo infatti sempre più prove inoppugnabili atte a dimostrare le responsabilità di Hillary Clinton nei confronti del Presidente Donald Trump.
Come ha riportato il giornalista Cesare Sacchetti sul suo canale Telegram, Durham ha emesso un mandato di comparizione per la campagna di Hillary Clinton, mente del golpe dello Spygate.
Non sorprende che lo stato profondo italiano sia in preda al panico. Sono consapevoli infatti che una volta che Durham è arrivato a Hillary Clinton arriverà anche ai suoi complici in Italia. Ormai Durham ha tutte le prove di cui ha bisogno per inchiodare i responsabili del colpo di Stato contro Trump.
Le pressioni su chi in Italia ha collaborato alla frode elettorale ai danni dell’allora Presidente Trump stanno aumentando quindi progressivamente.
Ed i segni di nervosismo non sono mancati, tra curiosi tweet e articoli di Repubblica, quotidiano degli Elkann, antica famiglia di ricchi banchieri, atti a spostare sapientemente l’attenzione sull’operato di Giuseppe Conte nei confronti di Trump.
Mentre anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi non sembra attraversare un periodo troppo favorevole. Draghi è infatti misteriosamente scomparso dalla scena politica due settimane fa, disertando senza spiegazioni anche un Consiglio dei Ministri il 28 aprile scorso.
Occorrerà attendere per osservare cosa accadrà, ma di certo per l’establishment politico italiano i tempi non sembrano annunciarsi particolarmente favorevoli…