Continuano a scorrere davanti ai nostri occhi le immagini televisive che ci mostrano l’invasione dell’Ucraina e come la Russia di Vladimir Putin stia bombardando senza pietà la popolazione civile.
Ormai esse, con i relativi commenti, hanno preso il posto delle onnipresenti discussioni legate allo stato dell’epidemia di COVID-19. Sembra che il conflitto russo abbia avuto infatti magicamente il potere di far sparire totalmente quello che da due anni è stato il discorso ripetuto quasi ossessivamente dai media mainstream di tutto l’Occidente.
Quello che sembra balzare ad un occhio attento, però, è che questa nuova ondata mediatica, destinata ad entrare prepotentemente nelle case della gente comune, sia stata orchestrata ad arte e neanche troppo bene.
Dopo intere settimane infatti che si dava l’annuncio di una imminente invasione russa dei territori ucraini, che poi doveva essere rinviata semplicemente perché non c’era, il quotidiano Bloomberg ha pubblicato in prima pagina – lo scorso 5 febbraio – l’annuncio dell’invasione russa dell’Ucraina che si è rivelata inesistente, ma la pubblicazione della clamorosa notizia è rimasta sul sito per ben mezz’ora prima di essere rimossa.
Adesso posto che l’invasione, ironicamente quasi auspicata dai media, finalmente è avvenuta, si moltiplicano le segnalazioni di immagini trasmesse non rispondenti affatto alla realtà, che vanno in onda durante notiziari televisivi, ecc.
Nelle immagini di un bombardamento trasmesso da una rete televisiva nazionale italiana, sono state riconosciute quelle di un video gioco.
Sono state mostrate ossessivamente inoltre le immagini di una donna con il volto insanguinato e con alle sue spalle un palazzo completamente distrutto.
Il palazzo in questione tuttavia non è un edificio crollato per un bombardamento ad opera dell’esercito russo, ma è un palazzo già crollato ben quattro anni prima a Magnitogorsk, in Russia, a causa di una fuga di gas.
Sono state trasmesse persino le immagini del crollo della scala mobile avvenuto a Roma nel 2018 e fatte passare come momenti di panico nella capitale ucraina Kiev.
Una tra le tante testimonianze che arrivano invece dai cittadini ucraini, pervenutaci in lingua italiana, è arrivata a inizio marzo da una donna ucraina che ha dichiarato di trovarsi realmente sul posto e che ha assicurato in un audio come l’esercito russo non stesse bombardando le abitazioni dei civili, ma avesse come obiettivo i magazzini dove si trovano armi, razzi, fornitura di bombe.
Ha affermato ancora che non si sarebbero registrate vittime tra i civili. Il presidente Putin ha dato il preavviso di due ore ai civili residenti per abbandonare i luoghi dove si sarebbero verificati i bombardamenti. I profughi vengono accolti in Russia dove sono assegnati loro cento euro a testa per le prime necessità.
Infine è arrivato lo sfogo della donna: “L’Ucraina non ha mai annunciato la guerra e, per ben otto anni, i combattimenti sono proseguiti incessantemente, nel totale silenzio internazionale”.
Una ragazza di Mariupol invece informa – in un recentissimo audio – che le milizie naziste di Azov stanno impedendo alla popolazione, tra cui sono ovviamente presenti molte donne e bambini, di abbandonare le proprie abitazioni.
Tuttavia ciò che viene veicolato dai media occidentali è una realtà artefatta, inesistente, il prodotto dunque di una propaganda mediatica, smentita dalle molteplici testimonianze ed immagini che vengono via via individuate e riconosciute come non veritiere.
Cosa ha dato il via, dunque, a questa nuova massiccia operazione mediatica?
Per capire a fondo le dinamiche di quanto sta accadendo occorre tornare indietro nel tempo, almeno al 2014 o alla fine del 2013.
Prima dell’inizio della manifestazione di protesta che fu denominata Euromaidan, l’Ucraina era un Paese abbastanza stabile, senza conflitti interni. Alla fine del 2013 la decisione del presidente Viktor Yanukóvich di non firmare l’accordo di associazione all’Unione Europea e di restare alleato della Russia accese la miccia della grande protesta.
Secondo quanto ha riportato recentemente dal suo blog il giornalista Cesare Sacchetti, «l’Euromaidan è stato il prodotto di una operazione sovversiva decisa tra le stanze del dipartimento di Stato diretto dall’amministrazione Obama nel 2014 e attuato attraverso la rete di ONG sovversive finanziate dallo speculatore e sobillatore George Soros.
Soros in questo senso riveste il ruolo di finanziatore delle rivoluzioni internazionali decise dai vertici del potere globalista.
L’Euromaidan fu deciso da questi ambienti perché l’Ucraina si stava spostando troppo dalla sfera Euro-Atlantica verso quella della Russia, e ciò era qualcosa che l’atlantismo nella sua ottica di espansione e di dominio del mondo intero non poteva tollerare.
Fu per questo che le strade di Kiev in quei giorni di febbraio del 2014 furono tormentate da disordini, violenze e rivolte orchestrate e dirette dal dipartimento di Stato americano in stretto coordinamento con le fondazioni di Soros.
Non c’erano normali ucraini a protestare in piazza, ma piuttosto stranieri e paramilitari addestrati alla rivolta e alla destabilizzazione dei governi.
Alla fine, l’allora presidente Yanukovich fu costretto a cedere. Yanukovich fu costretto alla fuga perché era la sua stessa vita a rischio e fu costretto a cercare riparo in Russia. Al suo posto si instaurò una lunga serie di governi fantoccio telecomandati da Washington di cui Zelensky è soltanto l’ultimo della serie.
Il primo presidente fantoccio fu Poroshenko, un nome che probabilmente molti ricordano per via del suo coinvolgimento nell’inchiesta che era all’epoca in corso su Hunter Biden, figlio dell’allora vicepresidente Joe Biden.
Fu Poroshenko ad ordinare di sopprimere quell’indagine che se fosse proseguita avrebbe portato ad una probabile incarcerazione di Hunter Biden coinvolto nei loschi affari della società ucraina del gas, Burisma.
A trasmettere l’ordine a Poroshenko fu Joe Biden in persona che minacciò di chiudere il rubinetto dei finanziamenti americani a Kiev se il presidente ucraino non avesse eseguito l’ordine.
Biden si vantò persino in pubblico del “successo” dell’operazione di fronte alla platea del Council For Foreign Relations, il think tank finanziato dai Rockefeller che ha praticamente deciso in anticipo ogni elezione presidenziale americana, salvo quella di Donald Trump.
L’Ucraina dunque è piombata in questo inferno di instabilità permanente per la diretta conseguenza di quanto accaduto otto anni orsono dopo l’Euromaidan».
Alla luce di queste affermazioni che trovano riscontro concretamente nei fatti, si possono iniziare a comprendere a fondo gli avvenimenti attuali. Si può capire come mai la stampa italiana, ad esempio, abbia dato luogo ad un attacco mediatico contro coloro che stanno esprimendo anche solo dei dubbi sull’attacco globale nei confronti di Putin. La Repubblica, quotidiano degli Elkann, paragonava qualche giorno fa i sostenitori di Putin ai pericolosissimi no vax.
Ursula von der Leyen ha consigliato di sopprimere la voce a media russi come Sputnik e Russia Today in quanto soggetti di diffusione di pericolose “fake news”. E di fatto Sputnik e Russia Today sono stati censurati, privando i lettori europei della possibilità di formarsi un punto di vista alternativo. Tutto questo costituisce un precedente pericolosissimo per la democrazia, è un attacco senza precedenti alla libertà di stampa e al diritto di libera informazione: la falsa facciata democratica della corrotta Unione Europea mostra qui il suo volto più autentico.
Sembra che quel vento di neonazismo europeo stia soffiando prepotentemente nella vecchia Europa, proprio alla fine di quella crisi artificiale indotta dal COVID-19 che ha spinto governi come quello italiano a richiedere l’uso di lasciapassare sanitari solo per poter lavorare o per permettere qualunque spostamento.
Ma ritorniamo all’Ucraina. Le ONG di Soros, che abbiamo visto spesso essere la causa di proteste apparentemente spontanee ma che si ripetono in tutto il mondo con il medesimo copione (si confronti ad esempio cosa accadde in Polonia nell’autunno 2020 o le proteste femministe con manifestazioni e processioni oltraggiose contro la Madonna, di cui si è già parlato in precedenza), secondo quanto afferma il giornalista Sacchetti nel suo blog, «pur di rovesciare Yanukovich hanno reclutato la feccia dei battaglioni nazisti di Azov autori di orrendi crimini ai danni della popolazione civile».
Questi atroci crimini vengono perpetrati ormai da otto anni nel Doneck e nel Lugansk nel totale silenzio della comunità internazionale che ha preferito chiudere gli occhi di fronte al genocidio delle popolazioni russofone di queste due regioni.
Tuttavia la stessa comunità internazionale è quella che, come abbiamo imparato, scende a manifestare per la pace o per i diritti umani quando si presentano occasioni favorevoli, come in questo caso.
In Ucraina, intanto, un’esplosione è stata osservata nella torre della TV, a Kiev il 1 marzo. Il fatto deve far riflettere, perché Putin ha scelto di spegnere prioritariamente i media filogovernativi impegnati nella campagna mediatica di disinformazione e di odio contro la Russia. L’orientamento delle coscienze, sappiamo bene infatti come possa essere indirizzato dalle campagne mediatiche, specialmente quando si hanno a disposizioni ingenti mezzi ed enormi apparati che ripetono all’unisono il medesimo messaggio. Durante la notte tra il 1° e il 2 marzo le forze armate russe hanno conquistato la città di Kherson e demolito un edificio dello SBU, il servizio segreto ucraino.
Un’esplosione è stata vista nella torre della TV a Kiev, in Ucraina, il 1 marzo 2022 (Carlos Barria/Reuters)
Il fumo si alza su Kiev dopo un attacco missilistico contro la torre della televisione della capitale ucraina a Kiev, in Ucraina, il 1 marzo 2022 (Aris Messinis/AFP tramite Getty Images)
Aggiungiamo che, da molte notizie concordanti che provengono dalla zona, le forze armate russe stanno avanzando anche con il beneficio della collaborazione di molti militari ucraini.
Tutto questo può ragionevolmente renderci ottimisti su una breve evoluzione del conflitto. D’altronde il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha avvertito recentemente Stati Uniti e alleati europei di non costruire basi militari o utilizzare i Paesi dell’ex Unione Sovietica per scopi militari.
Anche se le parole di Lavrov non sono state accolte bene in videoconferenza, poiché oltre 100 diplomatici delle Nazioni Uniti hanno abbandonato l’aula all’inizio del suo discorso, questo ci dà il vero polso della situazione: come la Russia non abbia mai avuto intenzioni belligeranti e aggressive verso altri Paesi, ma come divenga vitale sia per l’equilibrio mondiale che per la sussistenza della stessa Nazione russa, la non proliferazione di basi militari e missilistiche, come concordato con l’allora presidente Mikhail Gorbaciov, violati di fatto dalla NATO.
“E’ giunto il momento di portare a casa le armi nucleari americane ed eliminare completamente le infrastrutture ad esse associate in Europa”, ha affermato Lavrov in una videoconferenza delle Nazioni Unite.
Secondo The Epoch Times, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, la scorsa settimana ha affermato che la NATO sta dispiegando gli elementi della sua forza di risposta rapida, che è composta da forze di terra, di aria, marittime e operazioni speciali, sul territorio alleato.
Risulta evidente come Putin non disponesse più di alternative, e come l’intenzione della Russia non sia abbattere inermi civili ma colpire invece obiettivi strategici, cosa che sta effettivamente avvenendo.
Lo ha detto chiaramente lo stesso Putin proprio in questi giorni, usando queste parole: [I militari russi ] “forniscono corridoi sicuri per i civili, [ma] i neonazisti ucraini lo impediscono e stanno trattando i civili come scudi umani”.
“I militari russi stanno combattendo per la pace, per non avere un’anti-Russia [creata dall’Occidente] che ci minaccia, anche con armi nucleari”, ha continuato il presidente Putin.
“L’operazione speciale [in Ucraina] è condotta in accordo con i nostri programmi. Stiamo raggiungendo gli obiettivi e avendo successo”. “Siamo orgogliosi del nostro esercito e ci ricorderemo dei nostro camerati caduti. Ci stiamo preoccupando di fare tutto il possibile perché non ci siano vittime civili, e sto parlando anche di cittadini ucraini”.
Ha dichiarato ancora il presidente Putin: “Centinaia di stranieri stanno cercando di lasciare l’Ucraina ma non possono farlo perché gli ucraini li tengono in trappola, li tengono prigionieri”. “Molti studenti stranieri sono stati abbandonati dal governo ucraino sulle rotaie fuori dai treni, i neonazisti hanno anche preso di mira studenti cinesi mentre stavano cercando di lasciare il Paese, due di questi sono rimasti feriti”.
“In Ucraina sono presenti mercenari stranieri, compresi alcuni dal Medio Oriente”, ha poi denunciato il presidente russo, sottolineando nel contempo che “i soldati e gli ufficiali russi che combattono in Donbass sono eroi”. “Le forze russe sono riuscite a sfondare le linee dei nazionalisti ucraini, abbiamo attaccato il nemico e distrutto i suoi mezzi con facilità”.
E le preoccupazioni di Putin vengono confermate proprio dalle ultime notizie diffuse: come riportato alcuni giorni fa dall’ANSA, “gli Stati Uniti hanno iniziato ad armare l’Ucraina già agli inizi di dicembre, fornendo armi e attrezzature utili per il combattimento in aree urbane. Lo ha riportato il Washington Post citando alcuni documenti riservati contenenti l’elenco delle consegne effettuate. Nell’ultima settimana le consegne sono aumentate, e includono per la prima volta i missili Stinger”.
Ma la vittoria della Russia, che ragionevolmente potrebbe presto concretizzarsi, segnerebbe anche la fine del blocco Euro-Atlantico e degli equilibri geopolitici risalenti all’ultimo conflitto mondiale.
Quel che non si deve perdere assolutamente di vista in questo scenario mondiale, è il ruolo svolto dalla presidenza di Donald Trump e dalla sua concreta presenza, che, come abbiamo visto, non è mai uscita di scena. Il movimento del MAGA è vivo e coinvolge gran parte del popolo americano insieme ai militari e ai patrioti che lo sostengono.
Nel 2016 Donald Trump non avrebbe mai dovuto divenire presidente, secondo i calcoli di quello stato profondo che dirige il corso degli avvenimenti non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa già dal termine del secondo conflitto mondiale.
Ricordo a tal proposito i volti scuri di molti giornalisti televisivi di casa nostra quando, nell’autunno 2016, si ebbe la certezza della vittoria di Trump alle presidenziali americane.
Donald Trump, dall’inizio del suo mandato, ha perseguito obiettivi diametralmente opposti a quelli del deep state americano e delle élite mondialiste. Trump ha manifestato infatti tutta la sua avversione per la NATO, che ha assunto negli anni il ruolo di perseguire di fatto gli obiettivi stabiliti dalle élite, rappresentando quindi la forza militare in grado di propugnare l’obiettivo stabilito del Nuovo Ordine Mondiale.
Se facciamo un passo indietro e guardiamo al passato, osserviamo infatti puntualmente l’intervento della NATO negli affari interni degli Stati. La NATO infatti non ha mai svolto il ruolo di portare sicurezza e stabilità nei Paesi Occidentali, come avrebbe dovuto, ma è intervenuta ogni qual volta un Paese è stato di intralcio alla prosecuzione dei piani stabiliti, rovesciandone il leader.
Cito in proposito nuovamente una fonte giornalistica accreditata come Cesare Sacchetti a sostegno di affermazioni che potrebbero sembrare azzardate, ma in realtà descrivono perfettamente in modo realistico lo scenario mondiale degli ultimi 50 anni.
«Non esiste un’altra potenza economica e militare in grado di ingerire e influire negli affari di un altro Paese come può farlo gli Stati Uniti. Tutta la rete di agenzie dell’intelligence costruita e finanziata dalle famiglie che rappresentano il vero potere occulto è stata pensata per consentire agli USA di colpire e rovesciare in qualunque momento coloro che si fossero opposti ai disegni del Nuovo Ordine Mondiale.
Washington è stata trasformata da questi poteri in una sorta di centrale della sovversione internazionale.
Fu per questo che il presidente cileno Salvador Allende venne destituito nel 1973 su ordine di Henry Kissinger, uomo forte del Bilderberg.
Fu per questo che Aldo Moro venne minacciato di morte da Kissinger nel 1976, e finì poi ucciso dalle BR due anni dopo.
E fu per questo che Slobodan Milosevic, presidente della Serbia negli anni’90, e Muammar Gheddafi, vennero rovesciati e uccisi ancora una volta dalla NATO».
«La NATO ha rivestito il ruolo di un’organizzazione terroristica che ha eliminato tutti coloro che costituivano un intralcio per il piano di dominio globale voluto dalle élite internazionali.
Nulla c’entrava la retorica del contenimento del blocco sovietico visto che l’Alleanza Atlantica piuttosto che sciogliersi dopo il crollo del muro di Berlino si è espansa incredibilmente ad Est.
La vera ragione dell’esistenza della NATO è quella di essere il braccio militare del Nuovo Ordine Mondiale ma questa condizione è possibile solamente se gli USA restano sotto l’ala dell’atlantismo.
Questa la ragione per la quale il mondialismo ha cercato in ogni modo di riprendersi l’America e questo proposito è fallito anche dopo la frode del 2020».
E’ evidente che Donald Trump ha rappresentato un ostacolo alla realizzazione di questo progetto ed è per questo che si è consumato il grande scandalo dello spionaggio ai danni del presidente Trump, di cui ho già scritto nei precedenti articoli.
Secondo quanto emerge dal deposito giudiziario del procuratore Durham, i funzionari dell’amministrazione Obama hanno spiato Donald Trump durante la sua presidenza, come sosteneva all’epoca il presidente e come ha riaffermato il senatore del Texas Ted Cruz poco tempo fa. Il procuratore speciale John Durham ha mostrato con prove schiaccianti il coinvolgimento di Hillary Clinton – personaggio di spicco nell’amministrazione Obama – nello spionaggio ai danni del presidente americano.
Tutto questo può essere strettamente legato anche con quanto avvenne la notte delle elezioni presidenziali americane, quando milioni di voti furono spostati repentinamente da Trump a Biden. Gli autori dello spionaggio ai danni dell’allora presidente Trump potrebbero essere infatti gli stessi responsabili della frode elettorale. E sappiamo anche che almeno l’Europa, in particolare l’Italia, e la Cina, furono coinvolte in questa grande operazione.
Lo scopo era ovviamente liberarsi di Donald Trump, e, secondo il giornalista Cesare Sacchetti (ma le sue affermazioni sono evidentemente suffragate dal procuratore John Durham), Hillary Clinton ha rappresentato la mente di questa enorme operazione ai danni di Trump. La serie degli atti sovversivi è proseguita quindi successivamente attraverso almeno tre attentati alla vita di Trump, due messe in stato di accusa e la più grossa frode elettorale che si annoveri nella storia, avvenuta durante le presidenziali del novembre 2020.
Sappiamo come in molte occasioni Joe Biden abbia portato avanti le politiche che furono di Trump, come le sanzioni alla Cina e il completamento del ritiro delle truppe dall’Afghanistan. La notizia che la speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, abbia affermato chiaramente come si escluda qualunque intervento militare in Ucraina ci conferma quale sia lo stato effettivo della situazione negli USA.
Nel gennaio 2021 – come già scritto – Donald Trump ha verosimilmente firmato l’Insurrection Act e trasferito il potere nelle mani dei militari. Questo ha impedito l’effettivo insediamento di Joe Biden e la sostituzione programmata con la vice-presidente Kamala Harris. L’amministrazione Biden è stata quindi sin dal suo inizio un’amministrazione fantoccio commissariata dai militari al potere e da Trump.
Questo ha permesso la fine della farsa pandemica e l’allentamento graduale di tutte le restrizioni, segnando l’uscita definitiva degli Stati Uniti dal Nuovo Ordine Mondiale.
E’ rimasta soltanto la debole Unione Europea nel mondialismo ma dall’altro lato del mondo, la Russia cristiana di Putin ha segnato l’argine e la fine dell’espansione verso est del mondialismo.
L’ultimo tentativo della NATO di accerchiare la Russia appare ormai fallito, mentre quello che diventa ormai evidente – ma ha giocato un ruolo chiave sin dall’inizio – è l’alleanza tra Trump e Putin in grado di stroncare definitivamente il progetto del Nuovo Ordine Mondiale.
La Cina di Xi Jinping e del Partito Comunista è consapevole già da tempo di tutto ciò e si è sfilata in tempo dall’operazione terroristica del COVID e dal progetto del Nuovo Ordine Mondiale, che va a collidere comunque con gli interessi di Xi.
Anche i Paesi del BRICS che comprendono, oltre la Russia, anche il Brasile, l’India, il Sud Africa, oltre la summenzionata Cina, hanno rifiutato di associarsi alle sanzioni contro la Russia. A questi Paesi si devono aggiungere i Paesi dell’OSC: Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Armenia, Kirghizistan.
Anche l’America Latina si è defilata dall’imporre sanzioni, insieme al Medio Oriente: Arabia Saudita, Siria, Egitto, Turchia, Iraq, Iran. Lo stesso per quanto riguarda Serbia, Bosnia ed Erzegovina. Persino un membro dell’Unione Europea, l’Ungheria, si è rifiutata.
Così il blocco Euro-Atlantico è rimasto solo nella sua lotta contro la Russia. Gli Stati Uniti si stanno affrancando da questa lotta perché si è verificato quello che le élite mondialiste non avevano previsto: la nascita di un grande movimento nuovo, che raccoglie un’enorme adesione popolare e che sta attendendo pazientemente il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
I potenti del World Economic Forum di Davos stanno assistendo alla sgretolamento del colosso dai piedi di argilla che loro stessi avevano creato: il Great Reset atteso non si verificherà, per loro stessa ammissione, e il fallimento definitivo del Nuovo Ordine Mondiale sembra ormai alle porte.
La guerra dell’Ucraina rappresenta ormai l’ultimo atto di un programma più che secolare che sta volgendo al termine e che le élite mondialiste e le massonerie avevano progettato in ogni minimo dettaglio da tanti anni.
A questo scopo, ritengo importante soffermarmi su un altro secolo della nostra storia, caratterizzato da molti fermenti e profondi cambiamenti: il Novecento; e su un anno in particolare: il 1917, che segnò in modo irreversibile il corso degli avvenimenti e il futuro del mondo.
Il 1917 fu l’anno in cui ebbe il suo inizio la Rivoluzione russa, finanziata dalle potenti banche ebraiche, che portò con sé atrocità e terrore: gli anni successivi furono quelli del Terrore rosso, che inaugurò il terrore come metodo di governo, del monopolio totale del cibo, della drastica deindustrializzazione, dello sterminio. Milioni di russi morirono di fame e di stenti in quello che fu uno dei genocidi più grandi della storia dell’umanità.
Fu il primo Great Reset, di cui ho già ampiamente trattato. Ma anche quello infine fallì e, nei decenni successivi alla caduta del muro di Berlino, la Russia lentamente rialzò il capo e ritrovò l’identità nazionale, l’amore per le tradizioni e la fede in Cristo, che l’aveva caratterizzata nei secoli antecedenti.
La Russia infatti ha rappresentato, da lungo tempo, un grosso ostacolo al perseguimento dell’obiettivo del Nuovo Ordine Mondiale e di ciò ne furono lucidamente coscienti quelle élite anglo-americane e tedesche, di origine ebraica, che finanziarono lautamente la Rivoluzione russa.
Il 1917 – ancora – fu l’anno del festeggiamento dell’anniversario della fondazione della massoneria due secoli prima, nel 1717, da parte dei massoni che si riunirono in piazza San Pietro ed esposero un vessillo nero raffigurante Lucifero nell’atto di schiacciare l’Arcangelo Michele. Testimone oculare del fatto fu il frate polacco Massimiliano Kolbe, poi divenuto santo e martire per mano nazista, che osservò sventolare a lungo la loro bandiera sotto le finestre papali, mentre degli striscioni inneggiavano a satana ed una scritta diceva: «Satana governerà in Vaticano e il Papa lo servirà come guardia svizzera».
Ma il 1917 fu, infine, anche l’anno di Fatima. L’anno in cui la Beata Vergine Maria apparve, e più volte si intrattenne a parlare, con tre pastorelli a Cova d’Iria, in Portogallo.
I contenuti riferiti dai bambini, in particolare da Jacinta Marto, facevano riferimento anche all’avvicinarsi di periodi molto bui per la storia dell’umanità e alla possibile fine del mondo, nel caso in cui l’umanità non avesse ritrovato la via della redenzione e del ritorno a Dio, prevista e voluta da Dio stesso attraverso la ritrovata devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Se la Russia, come predisse la Madonna avrebbe seminato i suoi errori – il comunismo ateo – nel resto del mondo, e oggi lo abbiamo sperimentato davvero sulla nostra pelle, tuttavia la speranza rivolta ad ogni uomo, che sempre Maria ha lasciato aperta volontariamente in tutte le sue apparizioni, ci assicura anche che verrà con certezza il giorno in cui un Pontefice consacrerà la Russia al Suo Cuore Immacolato e si aprirà per il mondo un periodo di pace duratura.
Soltanto quando la devozione al Cuore Immacolato di Maria avrà trionfato sulla ormai debole e disincantata Europa, allora si potrà avverare fino in fondo la scomparsa definitiva del Nuovo Ordine Mondiale.
Si allontanerà anche la manifestazione biblica della bestia, di cui parla diffusamente l’Apocalisse di Giovanni, per un lungo periodo di tempo.
E’ molto interessante a questo proposito attenzionare l’ultimo libro dello scomparso padre Gabriele Amorth, noto esorcista, dal titolo “Maria e Satana”, un’intervista a padre Amorth curata da padre Slawomir H. Sznurkowski, Ed. San Paolo, 2018, pp. 141-142. (Pdf tratto dal sito Blondet & Friends).
Secondo Amorth, Vladimir Putin, quando si recò in visita da Bergoglio a Roma il 25 novembre del 2013, avrebbe voluto intavolare la trattativa per la consacrazione della Russia con lui, ma rimase così deluso dal colloquio avuto da non consegnargli nemmeno una lettera che il patriarca di Mosca gli aveva incaricato di dare al papa.
Scrive ancora padre Amorth: «Quando gli si era proposto di far andare la Madonna di Fatima a Mosca, lui [Vladimir Putin] aveva anche detto al gruppetto di cui facevo parte anch’io, che voleva far andare la Madonna a Mosca: “Sì, sì, sì la proporrò al patriarca di Mosca, ma se lui non la vuole, la voglio io”.
[…] Lui penso che sia proprio un convertito ma deve tenere conto della gente che c’è con lui, perché la Russia si converta.
Io pensavo a questa frase: “La Russia si convertirà”; forse anche facevo parte di questo piccolo comitato per portare la Madonna di Fatima a Mosca, di cui c’era un responsabile, un sacerdote del Canada che è andato più volte a parlare con Putin. E’ morto di un colpo al cuore.
Ciò vuol proprio dire che non è ancora il momento che la Madonna vada a Mosca, perché la Russia si converta. Vuol dire che prima ci saranno delle catastrofi. Non è ancora giunto il momento».
In fondo, sta a ciascuno di noi consentire e accelerare l’arrivo di quel momento, e il compimento definitivo di quelle parole che Maria – contro l’antico Avversario, il diavolo – pronunciò a Fatima per la salvezza dell’umanità intera.
«Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace.»
[Dal secondo Segreto di Fatima, di suor Lucia Dos Santos].