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E’ in arrivo il “colpo mortale all’ordine mondiale”?

Decine di migliaia di persone, sostenitrici a favore della vita e contro l’aborto, hanno sfidato il freddo il 19 gennaio scorso per marciare verso il Campidoglio degli Stati Uniti per la 51° marcia annuale per la Vita. 

Nonostante il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade, i pro-life sono consapevoli che c’è ancora molto lavoro da fare per porre fine al grande male dell’aborto negli Stati Uniti e nel mondo.

Dall’altra parte dell’Oceano, nella vecchia Europa, nel frattempo Bill Gates e Klaus Schwab esercitano tutta la loro influenza sui governanti degli Stati occidentali. Abbiamo visto Gates in visita con tutti gli onori in Italia, prima dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e poi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum, ha ricevuto persino un messaggio di benedizione da Bergoglio per l’evento di incontro apertosi a Davos (Svizzera) il 16 gennaio scorso, con la partecipazione di circa 3mila rappresentanti del mondo della politica e dell’economia.

Mentre l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha ricordato recentemente:

«[…] Da quattro anni assistiamo all’attuazione di un piano criminale di spopolamento del mondo, ottenuto attraverso la creazione di una falsa pandemia e l’imposizione di un falso vaccino, che ora sappiamo essere un’arma biologica di distruzione di massa, concepito con lo scopo di distruggere il sistema immunitario dell’intera popolazione, provocando sterilità e l’insorgenza di malattie mortali. Molti dei nostri amici e conoscenti sono morti o sono stati gravemente danneggiati dagli effetti avversi di questo siero genico sperimentale. Molti hanno scoperto, troppo tardi, di essere stati vittime di un piano globale con un unico copione sotto un’unica direzione .

Ciò che è ancora più grave è che questo progetto neo-malthusiano di sterminio di massa, a cui si aggiunge la volontà di controllare ciascuno di noi attraverso nanostrutture di ossido di grafene, ci è stato annunciato da tempo dagli esponenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del World Economic Forum che lo ha ideato e realizzato. I governanti di tutti gli Stati occidentali, ostaggio di Bill Gates e Klaus Schwab, sono diventati complici di questo crimine, dimostrando la loro malizia e premeditazione con il loro comportamento: falsificando i dati su presunti contagi, falsificando statistiche che attribuiscono morti ed effetti negativi al COVID-19 ma non al siero genico, vietando cure efficaci, imponendo protocolli dannosi privi di fondamento scientifico, vietando le autopsie e impedendo o ostacolando rapporti accurati alle autorità sanitarie.»

In questa situazione mondiale che si può definire a dir poco disastrosa, tuttavia, la paura delle élite globaliste per quel che si sta prospettando nel 2024 si tocca sempre più con mano.

La moderatrice di una tavola rotonda al World Economic Forum (WEF) di Davos ha affermato lo scorso 19 gennaio che “esiste il rischio che vengano eletti i leader sbagliati” nel 2024. Si tratta di Haslinda Amin, corrispondente internazionale capo di Bloomberg News, la quale ha dichiarato durante un dibattito intitolato “Rischi globali: cosa c’è nella posta?”, che il 2024 è “un anno critico per il mondo”.

“C’è il rischio che il mondo diventi ancora più frammentato”.

Immagine in primo piano

Haslinda Amin, corrispondente internazionale capo di Bloomberg News


Rivolgendosi a Douglas Peterson, presidente e amministratore delegato del colosso finanziario S&P Global, Amin ha chiesto: “Come vedi la situazione come S&P?”

Peterson ha risposto che “uno degli aspetti più importanti è quando guardiamo al rischio di credito, quando guardiamo al rischio del Paese nella ricerca e nell’analisi. È uno dei maggiori rischi di quest’anno”.

Senza nominare direttamente l’ex presidente degli Stati Uniti, Peterson si è riferito apparentemente alla possibile rielezione di Donald Trump.

“Fortunatamente gli Stati Uniti hanno istituzioni molto forti, il Congresso e i tribunali; dovremo fare affidamento su di loro, a seconda dell’esito delle elezioni”, ha affermato Peterson.

“Dobbiamo anche assicurarci di rimanere impegnati attraverso le istituzioni mondiali, come le Nazioni Unite, come la NATO, altre organizzazioni in tutto il mondo, e aggiungo a ciò anche i patti commerciali”.

Il timore che la potenziale rielezione di Donald Trump ostacoli i piani globalisti è stato un tema centrale in molte delle discussioni svoltesi durante l’incontro annuale del WEF di quest’anno a Davos.

Si può ben dire che è stato il leitmotiv delle discussioni dei facoltosi partecipanti di Davos.

Come ha riportato LifeSiteNews, «una figura molto influente presso Klaus Schwab e il World Economic Forum (WEF) ha avvertito che se Donald Trump riconquistasse la presidenza degli Stati Uniti in quest’anno elettorale, probabilmente assesterebbe un “colpo mortale a ciò che resta dell’ordine mondiale.”

A dichiarare ciò è stato Yuval Noah Harari, un ebreo ateo omosessuale di 47 anni, un filosofo transumanista e un autore popolare. Insegna all’Università Ebraica di Gerusalemme e allo stesso tempo è uno dei più stretti confidenti di Schwab nel globalista WEF. Ha inarcato le sopracciglia nell’agosto del 2022 quando ha osservato in modo inquietante che il mondo non ha più bisogno della “stragrande maggioranza” di lavoratori “inutili” che saranno sostituiti dai progressi tecnologici. Ha anche osservato che gli “umani” non sono più “anime imperscrutabili” ma soltanto degli “animali hackerabili”.

In un’intervista dell’11 gennaio scorso, Steven Bartlett, conduttore britannico del canale YouTube: The Diary of a CEO, ha chiesto ad Harari: “Sei preoccupato che Trump possa essere eletto di nuovo?”

“Penso che sia molto probabile”, si è lamentato. “E se ciò dovesse accadere, sarà probabilmente una sorta di colpo mortale per ciò che resta dell’ordine mondiale. E lui [Trump] lo dice apertamente”.

Riassumendo gli obiettivi del WEF, il presidente di LifeSiteNews, Steve Jalsevac, ha affermato che l’organizzazione è “completamente impegnata a cambiare completamente l’intero sistema di governance mondiale e a rimuovere tutti i confini, le culture e le usanze e [a stabilire] un solo ordine mondiale, gestito da imprese e governo che lavorano insieme .”

Innanzitutto “devono devastare tutto”, ha continuato. “Devono devastare l’economia mondiale. Devono creare guerre e devono portarci al livello più basso possibile di paura, fame e disperazione affinché possiamo finalmente accettarli come i nostri salvatori con il loro nuovo sistema”.

In un’intervista sul tema del WEF lo scorso anno, Frank Wright di LifeSiteNews, un esperto delle macchinazioni dell’istituzione mondialista, ha riassunto che l’intero modus operandi dell’organizzazione è quello di “attrarre persone influenti al fine di promuovere un programma manageriale ampiamente infuso dalla tecnologia”.

Un’idea del genere esisteva già dal 1941, sebbene la tecnologia non fosse disponibile fino ai tempi attuali. Questa agenda mira a “sostituire il potere [sia] statale che istituzionale con quello di una classe manageriale internazionale, quella che abbiamo oggi”.

Questa classe manageriale ora dispone della tecnologia “per far avanzare un’idea del futuro dell’umanità”, che secondo Wright equivale a “cancellare tutto ciò che ha valore nell’esperienza umana al fine di rendere gli esseri umani a livello globale più gestibili”.

Ma nel raggiungimento di questi obiettivi farneticanti, Donald Trump sicuramente costituisce da tempo per le élite una grossa spina nel fianco.

Trump infatti ha sfidato l’agenda di quello che Tucker Carlson chiama “Unipartito” di Washington nominando giudici della Corte Suprema che hanno ribaltato Roe vs. Wade nella decisione Dobbs del 2022 e opponendosi alla guerra in Ucraina.

Nel giugno 2023, Trump ha promesso al CPAC:

“Demoliremo lo stato profondo. Espelleremo i guerrafondai”.

Ha continuato promettendo: “Io sono la tua punizione. Distruggerò completamente lo stato profondo… e noi restituiremo alla Repubblica americana tutta la sua gloria radiosa”.

Ed è indicativo come anche LifeSiteNews definisca ormai Donald Trump come “il 45° presidente”.

In un video rilasciato lo scorso marzo, il 45° presidente ha anche professato “un impegno totale per lo smantellamento dell’intero sistema globalista neoconservatore che ci trascina perpetuamente in guerre infinite, fingendo di lottare per la libertà e la democrazia all’estero, mentre ci trasformano in un Paese del terzo mondo e in una dittatura del terzo mondo proprio qui in patria”.

D’altronde, malgrado l’attacco concertato dal mainstream e la diffusione di fotografie false che vedrebbero Donald Trump come frequentatore dell’isola di Epstein, l’avanzata di Trump è inarrestabile. Abbiamo assistito, solo pochi giorni fa, persino all’incredibile conversazione tra due giornalisti che, a microfoni accesi, scambiavano macabre battute sull’assassinio di Donald Trump, mentre aspettavano che comparisse davanti al tribunale federale di Washington.

Come ha riportato il New York Post il 9 gennaio, i giornalisti maschi non identificati avevano le loro telecamere posizionate fuori dal tribunale americano, quando hanno iniziato a lamentarsi delle difficoltà di poter vedere il 77enne candidato repubblicano favorito alle elezioni del 2024.

“Sai qual è la cosa peggiore? Anche se ha il finestrino aperto e si sta sporgendo fuori, sarà dall’altra parte della strada”, si è sentito dire da una persona in diretta dall’Associated Press.

“Voglio dire, se sta guidando, abbiamo una buona possibilità”, ha detto speranzoso il secondo giornalista, al che il primo ha risposto: “Sì, se sta guidando con il finestrino anteriore aperto.”

La conversazione si è poi trasformata in umorismo macabro riguardo l’arrivo dell’ex presidente in un’auto scoperta come quella su cui viaggiava il presidente John F. Kennedy quando fu assassinato a Dallas il 22 novembre 1963.

“Sì, o se è una decappottabile”, ha esclamato il secondo giornalista.

“Sì, non ci stavo pensando”, ha risposto il primo.

“Sì, come se si fermasse…”, ha iniziato il secondo prima che il primo intervenisse e chiedesse: “Come JFK?”.

“Proprio come dissero a JFK, ‘Sai cosa dovresti fare? Dovresti prendere una decappottabile! È così bello’”, ha continuato il giornalista, tra le risate dei suoi colleghi.

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La coppia di giornalisti ha scherzato sull’arrivo del 45° Presidente a bordo di un’auto scoperta come quella su cui viaggiava John F. Kennedy quando fu assassinato a Dallas, il 22 novembre 1963 (Getty Images)


Nonostante il mondo della cosiddetta “informazione”, organo di propaganda e voce dei regimi occidentali, non gradisca affatto, anzi riveli ormai di essere sull’orlo di una imminente crisi di nervi, le elezioni primarie all’interno del Partito Repubblicano stanno andando benissimo per Donald Trump. Dopo il trionfo in Iowa, lo stesso si sta per ripetere in New Hampshire.

Giorno dopo giorno le elezioni presidenziali americane 2024 si avvicinano sempre più, mentre il mondialismo continua inesorabilmente a perdere pezzi. Assisteremo ad un altro grave lutto nel mondo giornalistico globalista, come accadde quando fu certa la notizia dell’elezione di Donald Trump alla carica di Presidente degli Stati Uniti d’America nel novembre 2016?

Stavolta, però, non ci sarà una seconda occasione per lo stato profondo americano e il sogno di un nuovo ordine mondiale. E le élite sembrano saperlo bene.

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