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Una donna scatta la foto di un mappamondo alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, il 7 dicembre 2015 a Le Bourget, a nord di Parigi (Foto AP/Christophe Ena, tratta da Fox News)

Secondo un esclusivo rapporto di fine anno, i media liberali sono autori di una serie di affermazioni dubbie sul cambiamento climatico. E in Sicilia è ormai emergenza bronchioliti

Il 27 dicembre dello scorso anno, Fox News ha diffuso alcune rivelazioni molto importanti per quanto riguarda i lauti finanziamenti che riceve la stampa allo scopo di diffondere notizie allarmistiche sul presunto riscaldamento climatico che sarebbe causato dalle attività umane. 

Le notizie rivelate in merito sono davvero esplosive: l’Associated Press, l’Agenzia di stampa internazionale con sede negli U.S.A., infatti, ha ricevuto ben oltre 8 milioni di dollari da “gruppi liberali” per finanziare la “copertura sul clima”.

Ecco cosa scrive Fox News in proposito:

L’Associated Press ha raccolto 8 milioni di dollari in donazioni per finanziare la copertura climatica nel 2022, con la cooperativa giornalistica e molte altre importanti pubblicazioni dei media impegnate in dubbie affermazioni sul cambiamento climatico, secondo un nuovo rapporto esclusivo di fine anno.

Il rapporto “Climate Fact Check 2022”, presentato dal Competitive Enterprise Institute (CEI), dall’Heartland Institute, dall’Energy & Environmental Legal Institute, dal Committee for a Constructive Tomorrow (CFACT) e dall’International Climate Science Coalition (ICSC), ha affermato che “gli allarmisti climatici” e membri dei media si sono impegnati in affermazioni sulla relazione tra emissioni provocate dall’uomo e disastri naturali, affermazioni che si scontravano con “la realtà e la scienza”.

A febbraio, l’Associated Press ha ammesso che avrebbe assegnato più di 24 giornalisti in tutto il mondo per coprire “questioni climatiche” dopo aver ricevuto più di 8 milioni di dollari in tre anni da varie organizzazioni.

Le organizzazioni che contribuiscono alle “notizie finanziate dalla filantropia” tramite una “sovvenzione per il clima” sono la William and Flora Hewlett Foundation, l’Howard Hughes Medical Institute, Quadrivium, la Rockefeller Foundation e la Walton Family Foundation.

Il vicepresidente di AP News Brian Carovillano accetta solo denaro “senza vincoli” e ha affermato che i finanziatori non hanno alcuna influenza sulle storie condotte.

Allo stesso modo, nel marzo 2021, funzionari di alto rango del Dipartimento di Stato hanno discusso una proposta per sponsorizzare giornalisti stranieri per “avere esperienze che li educhino a riferire sui cambiamenti climatici”, secondo le e-mail ottenute da Protect the Public’s Trust (PPT) e condivise con Fox News Digitale.

Steve Milloy, un collega legale senior presso l’Energy & Environment Legal Institute, ha dichiarato a Fox News Digital che l’Associate Press è diventata essenzialmente un “gruppo di propaganda” per le organizzazioni liberali con programmi sul clima.

“È difficile affermare che è una notizia quando sei pagato per riferire solo un lato del discorso sul clima”, ha detto.

Il rapporto indicava un recente articolo dell’Associated Press, del giornalista Seth Borenstein, intitolato “New abnormal: Climate disaster damage ‘down’ to $268 billion,”  [“Nuovo anormale (la definizione è stata coniata dopo gli incendi che nel 2018 devastarono la California, Stato notoriamente a guida democratica): danni da disastri climatici ‘giù’ a 268 miliardi di dollari”, n. d. r.], come prova del pregiudizio.

L’articolo attribuiva al cambiamento climatico le inondazioni in Pakistan, l’uragano Ian, la siccità in Europa, Cina e Africa, nonché le ondate di calore mortali in tutto il mondo.

“I disastri meteorologici, molti ma non tutti sovraccaricati dai cambiamenti climatici causati dall’uomo, si verificano così frequentemente che l’assalto di quest’anno, che 20 anni fa avrebbe battuto di gran lunga i record, ora in alcune misure finanziarie sembra un po’ una rottura rispetto anni recenti”, ha scritto Borenstein.

Il rapporto Climate Fact Check ha messo in dubbio se gli attivisti per il clima e i “portavoce dei media” potessero legittimamente attribuire i danni causati dal disastro al cambiamento climatico o se stessero semplicemente cercando di “navigare tragedie umane” per far avanzare un’agenda politica.

Il rapporto ha anche evidenziato diverse altre affermazioni sul clima da parte delle principali società di media, fornendo verifiche dei fatti per articoli scritti dal Washington Post, dal New York Times e altro ancora.

Ad agosto, il giornalista del Times Derrick Bryson Taylor ha affermato che le brevi ondate di caldo della Gran Bretagna di questa estate sono state aggravate dal cambiamento climatico. Un fact-check del rapporto ha rilevato che le ondate di caldo sono drasticamente diminuite in durata e frequenza negli Stati Uniti negli ultimi 90 anni, secondo il National Climate Assessment.

Studenti a Roma giocano con un mappamondo gonfiabile mentre marciano per chiedere azioni sul cambiamento climatico, 15 marzo 2019.

A Roma studenti giocano con un mappamondo gonfiabile mentre marciano per chiedere interventi sul cambiamento climatico, 15 marzo 2019 


Inoltre, il rapporto afferma che è “improbabile” che le emissioni stiano aumentando le ondate di calore in Gran Bretagna perché le temperature più calde nel Regno Unito sono state compensate dal raffreddamento altrove. Inoltre, il meteorologo Cliff Mass ha affermato che mentre le ondate di calore possono portare temperature da 30 a 40 gradi sopra la norma, il riscaldamento globale è solo nel livello di emissioni da 1 a 2 gradi Fahrenheit.

Il Washington Post del mese di novembre ha pubblicato un pezzo di Barry Svrluga dal titolo “In this World Cup ski season, climate change is winning” [“In questa stagione sciistica di Coppa del Mondo, il cambiamento climatico sta vincendo”, n. d. r.].

Il pezzo affermava che il cambiamento climatico aveva portato a inverni più brevi e così caldi che solo una delle otto gare poteva svolgersi a metà novembre. Un fact-check dell’affermazione ha rilevato che quando la Coppa del mondo di sci iniziò negli anni ’60, la stagione iniziava a gennaio. Tuttavia, ora inizia ad ottobre.

“Se la competizione iniziasse in inverno, probabilmente andrebbe tutto bene perché la copertura nevosa invernale nell’emisfero settentrionale è in aumento dagli anni ’60, afferma il rapporto.

Milloy ha affermato che tali affermazioni fanno parte da 30 anni di “isteria climatica” coltivata dalle reti dei media liberali e hanno poco da mostrare per le loro terribili previsioni.

“Invece di passare a qualcos’altro, stanno rilanciando su questo, e allo stesso tempo lo stanno facendo sembrare peggiore”, ha aggiunto.


Da notare, secondo quanto riporta lo stesso articolo sopra, come le grandi famiglie siano molto impegnate nei finanziamenti alla stampa: dalla potentissima e sempre presente famiglia Rockefeller, con la Rockefeller Foundation, alla famiglia Walton, con la Walton Family Foundation, all’Howard Hughes Medical Institute, fondato dal ricco magnate e filantropo (la filantropia è immancabile) Howard Robard Hughes Jr., alla William and Flora Hewlett Foundation, che vanta un patrimonio di circa 14 miliardi di dollari.

Hewlett è uno dei più ricchi produttori di sovvenzioni negli Stati Uniti: la Fondazione ha programmi di concessione di sovvenzioni in materia di istruzione, ambiente, sviluppo globale e popolazione, arti dello spettacolo e filantropia.

Si tratta di grandi fondazioni di beneficenza, fondazioni private impegnate nella filantropia ed altre organizzazioni di beneficenza, come la Bill and Melinda Gates Foundation, per fare un esempio.

Basterà poi effettuare qualche breve ricerca per rendersi conto di quanto il riscaldamento globale sia in realtà del tutto inesistente, mentre un freddo eccezionale sta investendo tutto il pianeta in uno degli inverni tra i più gelidi di questi ultimi anni.

Un camion del Dipartimento dei servizi pubblici della contea di Wayne sale su una strada a Wayne, Michigan, il 25 gennaio 2023. (Carlos Osorio/AP Photo)

Un camion del Dipartimento dei servizi pubblici della contea di Wayne sale su una strada a Wayne, Michigan, il 25 gennaio 2023. (Carlos Osorio/AP Photo, The Epoch Times)


Così proprio gli U.S.A., solo pochi giorni fa, sono stati interessati da un vortice polare che ha fatto scendere i termometri a temperature di molto inferiori allo zero, con il rischio congelamento dopo appena dieci minuti di esposizione al freddo, se non ben coperti.

Il clima invernale ha creato condizioni di viaggio pericolose per diversi giorni, soprattutto sulle superfici non trattate. L’area dell’impatto ha coperto almeno 15 Stati americani, con temperature da 20 a 30 gradi al di sotto della media.

In Siberia le temperature sono scese a livelli da record: un’ondata di freddo estremo ha investito la Siberia, facendo registrare temperature molto basse, rarissime anche per Russia settentrionale.

A Tongulakh, cittadina rurale nella Siberia dell’est, la colonnina del mercurio ha infatti raggiunto i 62,4 gradi sotto lo zero.

In Cina non è andata meglio, con temperature così basse che non si registravano dal 1969. Nella città più settentrionale della Cina, la temperatura è scesa a meno 53 gradi, battendo il record precedente di meno 52,3 gradi, risalente a più di cinquanta anni fa.

Tuttavia, malgrado l’evidenza eclatante dei dati oggettivi, in Italia e in molti altri Paesi – come abbiamo visto –  si continua a portare avanti inesorabilmente il progetto di geoingegneria solare allo scopo di arrestare il cosiddetto “surriscaldamento globale”, nel silenzio più o meno generale dei media sul problema e sui rischi che tale progetto può comportare per le popolazioni locali.

Solo per fare uno dei tanti esempi possibili, durante tutta l’estate scorsa sono state avvistate parecchie scie, lasciate da aerei non identificati, nei cieli della Sicilia.

Al contempo si osservavano giornate anomale di cielo coperto e lattiginoso, consecutive l’una all’altra, che hanno caratterizzato in particolare tutto il mese di giugno. Mentre fino alla fine di novembre, e quest’anno addirittura fino alla metà di dicembre, le temperature continuavano a mantenersi insolitamente alte, di molto superiori alla media stagionale, ed accompagnate da un tasso di umidità elevatissimo.

Io stessa, insieme a parecchie altre persone presenti sul luogo, ne sono stata diretta testimone nei cieli della mia provincia.

La dott.ssa Ilya Sandra Perlingieri, venuta a mancare nel 2013 nella città californiana di San Diego, scriveva nel suo articolo sul problema delle scie chimiche “L’ultimo assalto degli Stati Uniti”, di cui ho già parlato su questo blog:

«[…] Esistono molte testimonianze di malattie respiratorie difficili da curare (rinite, tosse, bronchite, polmonite). I bambini e le persone anziane sembrano quelli colpiti maggiormente. Spesso sono necessarie settimane e settimane per guarire da queste malattie (a volte due mesi). Ciò che i medici diagnosticano come rinite o bronchite è costituito in realtà da forme non usuali che non esistevano prima del 2000.

[…] […] Il nostro sistema immunitario è sotto attacco ogni giorno e sta collassando a causa di questa cronica attività di avvelenamento decisa dai governi. Gli elementi chimico-biologici usati (bario, alluminio, batteri e virus) compromettono le capacità di autoguarigione del nostro organismo. Stiamo respirando ogni giorno questi veleni. Quali conseguenze sono state causate, diffondendo ogni giorno alluminio che danneggia il cervello?».

Ebbene, sentite un po’ come titolava il Giornale di Sicilia solo qualche tempo fa:

Allarme bronchioliti in Sicilia, ospedali pediatrici in emergenza: sintomi e chi è a rischio

«Boom di ricoverati negli ospedali pediatrici per bronchioliti e altre infezioni che colpiscono l’apparato respiratorio. I reparti pediatrici sono al collasso e i pronto soccorso affollati con bambini che arrivano con insufficienza respiratoria. […]».

 La Repubblica, di Palermo:

Troppe polmoniti tra i bimbi in Sicilia: piano della Regione

L’ingresso del Presidio Ospedaliero “Villa Sofia” a Palermo


Il Quotidiano di Sicilia, a fine gennaio:

Boom di bronchioliti in Sicilia: è emergenza nei reparti pediatrici degli ospedali 

«[…] “Registriamo un incremento degli accessi in pronto soccorso per infezioni respiratorie del 300% superiore rispetto ai due anni precedenti, con l’80% dei posti letto occupati da bambini con bronchiolite da Vrs, o virus respiratorio sinciziale”, aveva dichiarato in proposito esattamente 20 giorni fa Giovanni Corsello, direttore del dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale dei Bambini di Palermo. […]».

Così l’Ansa, il 31 gennaio scorso:

Salute: 42 ricoveri bronchiolite ospedale “Villa Sofia Cervello”

«(ANSA) – PALERMO, 31 GEN – […] […] “Quest’anno l’epidemia da virus respiratorio sinciziale è particolarmente violenta – spiega Fabio Giardina, responsabile dell’unità di neonatologia con Utin dell’azienda – a causa del cosiddetto debito immunologico, causato dalla chiusura delle attività scolastiche e sociali in generale, negli ultimi tre anni di pandemia Covid 19, e dall’utilizzo delle mascherine, che hanno impedito la circolazione virale, aumentando enormemente, dunque, la quantità di soggetti recettivi al virus. […]».

Certamente, i vari lockdown e l’uso ad oltranza delle mascherine non hanno aiutato. Anzi, tutt’altro.

Ma questo fenomeno è da ricondursi solo a questa causa?

Un fenomeno che si presenta tanto più insolito in quanto si è verificato in una città con l’esposizione al mare come Palermo.

Sono indubitabili infatti i vantaggi che l’organismo umano può trarre dal contatto con il clima marino, in particolare nel caso di persone affette da malattie respiratorie e allergiche, come la bronchite cronica, l’asma bronchiale, l’enfisema polmonare, la broncopneumopatia cronico ostruttiva, le malattie allergiche delle vie aeree, la sinusite, la sindrome sinuso-bronchiale, e così via.

Eppure il fenomeno si manifesta non solo in una città dove il mare è a due passi, come Palermo, ma interessa anche Messina, che è quasi circondata dal mare, e si parla di una diffusione anomala mai registrata prima in tutta la Sicilia.

Ecco cosa scriveva il Corriere di Ragusa lo scorso 8 gennaio:

E’ allarme bronchioliti in Sicilia: ospedali pediatrici in emergenza

«Si registra un numero impressionante di ricoverati negli ospedali pediatrici per bronchioliti e altre infezioni che colpiscono l’apparato respiratorio. I reparti pediatrici sono al collasso e i pronto soccorso affollati con bambini che arrivano con insufficienza respiratoria. I più a rischio sono i neonati dai 0 ai 2 mesi che hanno un apparato respiratorio più fragile e delicato. Le cause di quest’esplosione di casi sono riconducibili al periodo post Covid caratterizzato dalla circolazione di virus aggressivi. Così sarà ancora per tutto il mese di gennaio e febbraio. L’emergenza bronchiolite ha colpito tutti gli ospedali italiani, compresi quelli siciliani. Al collasso il Policlinico di Messina ma nel capoluogo siciliano le cose non vanno meglio. L’ospedale dei Bambini al Civico e la pediatria del Cervello stanno cercando di disporre il maggior numero di posti letto possibile. […]».

Dunque l’emergenza ha evidentemente colpito tutta Italia ed in particolare la Sicilia.

Come è stato già detto in passato da qualcuno, la Sicilia è il “banco di prova” nazionale per eccellenza, perché ciò che viene sperimentato in Sicilia potrà successivamente essere riprodotto su larga scala in tutta Italia.

In questa cornice, non si può non riflettere sulle parole scritte dalla dott.ssa Ilya Perlingieri e alla diffusione di quelle malattie respiratorie di cui parlava, e che, guarda caso, colpiscono maggiormente i bambini e le persone più deboli, come gli anziani.

Tuttavia, e prima di quanto non si creda, sarà chiesto conto ad un’intera classe politica che da troppo tempo ormai ha smesso di servire il nostro Paese, preferendo svendere la nostra sovranità nazionale e l’inestimabile patrimonio dell’Italia, proprietà esclusiva del suo popolo, ai poteri forti transnazionali.

E che, con il golpe del COVID prima e dei rincari energetici poi, ha messo praticamente in ginocchio imprese, attività e tutto ciò che restava del tessuto economico e sociale del nostro Paese.

Una classe politica che ha deciso anche di siglare – già dal 2003 – un discutibile accordo di collaborazione con gli Stati Uniti, denominato “Cooperazione Italia-USA su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici”, consentendo di fatto ad aerei militari non italiani (USA\Nato) la libertà di sorvolare i cieli del nostro territorio nazionale, senza dare spiegazione alcuna allo Stato italiano.

Questo articolo ha 2 commenti

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