L’approvazione dell’EMA e la situazione negli U.S.A.
Come ormai sappiamo, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) sta ufficialmente raccomandando che i bambini europei di appena sei mesi vengano vaccinati con i vaccini sperimentali COVID-19.
L’EMA, incaricata di valutare i medicinali per i 27 Paesi Ue, ha formulato la raccomandazione in un comunicato stampa diffuso mercoledì 19 ottobre.
Nella dichiarazione, l’EMA ha raccomandato di offrire i colpi di Pfizer o Moderna mRNA COVID a bambini di età pari o superiore a sei mesi.
“Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’uso di Comirnaty e Spikevax mirando al ceppo originale di SARS-CoV-2″, si legge nel comunicato stampa, facendo riferimento ai marchi dei jab prodotti rispettivamente da Pfizer-BioNTech e Moderna.
“Il Comitato ha raccomandato di includere l’uso nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni per Comirnaty e l’uso in bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni per Spikevax”, aggiunge la dichiarazione, osservando che sia le iniezioni Pfizer che Moderna “sono già approvate sia negli adulti che nei bambini di età compresa rispettivamente tra 5 e 6 anni”.
Come ha riportato la testata cattolica conservatrice Life Site News, la notizia è arrivata quando i funzionari della Sanità pubblica e i politici americani hanno aumentato l’ansia per una potenziale ondata invernale di COVID-19, nonostante il fatto che la maggior parte delle persone abbia ricevuto i colpi sperimentali contro il virus o abbia sviluppato un’immunità naturale attraverso l’infezione”.
Inoltre, la spinta per le vaccinazioni è arrivata nonostante l’evidenza che il rischio COVID per i bambini fosse stato esagerato. I dati disponibili risalenti all’inizio del febbraio-marzo 2020 suggeriscono da tempo che i bambini corrono un rischio molto basso di contrarre il virus.
A marzo scorso, il Dr. Joseph Ladapo, che dirige il Dipartimento della Salute della Florida, ha emesso una guida formale sconsigliando la vaccinazione dei bambini di età compresa tra 5 e 17 anni.
“Sulla base dei dati attualmente disponibili, i rischi della somministrazione della vaccinazione COVID-19 tra bambini sani possono superare i benefici”, ha affermato il Dr. Ladapo in un comunicato stampa.
La guida ufficiale dello Stato ha inoltre spiegato che “in generale, i bambini sani senza condizioni di salute di base significative di età inferiore ai 16 anni hanno un rischio minimo o nullo di complicanze gravi della malattia da COVID-19”. Inoltre, la guida ha segnalato i potenziali rischi dei jab, inclusi gli “eventi avversi gravi più elevati del previsto” registrati negli studi clinici e il “rischio di miocardite causato dal vaccino COVID-19”.
L’American Pediatric Association ha riferito a giugno scorso che solo lo 0,00% -0,02% dei casi di COVID nei bambini negli Stati Uniti aveva provocato la morte. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno ammesso a marzo di aver sovrastimato del 25% il numero di decessi pediatrici per COVID.
La Food and Drug Administration statunitense ha autorizzato i farmaci Pfizer e Moderna per bambini dai sei mesi in su a giugno.
Nello stesso mese, il Dipartimento della Salute della Florida ha annunciato che non avrebbe partecipato al lancio di farmaci COVID per i bambini di età compresa tra sei mesi e cinque anni, affermando che le politiche sui vaccini “contorte” del governo federale non erano in linea con le priorità della Florida.
La Florida, governata dal repubblicano Ron DeSantis, è stata l’unica a resistere alla narrativa prevalente sui colpi COVID per i bambini. Nonostante la decisione del Sunshine State di separarsi – come riporta ancora Life Site News -, il governo federale ha continuato a spingere per l’immunizzazione universale.
Il 19 ottobre una commissione di 15 membri del Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione del CDC ha votato all’unanimità per aggiungere i colpi COVID di Moderna e Pfizer ai programmi di immunizzazione raccomandati per i bambini in età scolare.
La presenza di grafene nei vaccini COVID-19. Le alterazioni del sangue nei soggetti vaccinati
In questo stesso momento, in Italia, molte mamme stanno ricevendo dai loro pediatri delle mail dove vengono invitate a vaccinare i loro figli, anche molto piccoli.
Sappiamo però, nonostante le rassicurazioni con studi condotti al riguardo, che tali vaccini sono e rimangono sperimentali. Occorrono anni infatti perché un farmaco sia adeguatamente testato e ovviamente non sono sufficienti gli studi condotti finora.
Vaccini che dovremmo definire meglio sieri sperimentali, in quanto non forniscono alcuna immunità.
Ma quello di cui non si parla quasi mai, nemmeno nelle testate della cosiddetta controinformazione, è della possibile presenza di grafene, una sostanza molto tossica per l’organismo umano.
La presenza di grafene nei cosiddetti vaccini COVID-19 è stata accertata anzitutto dagli studi e dalle analisi di laboratorio del biologo prof. Pablo Campra dell’Università di Almeira in Spagna. Il prof. Campra ha analizzato il vaccino prodotto da Pfizer trovando all’interno del siero il grafene. Gli studi sono stati pubblicati in diversi aggiornamenti sulla rivista scientifica Research Gate.
Sono pervenuti alle stesse conclusioni gli studi condotti da tre medici italiani, il Dr. Franco Giovannini, medico chirurgo, specialista in Emodiagnostica Microscopica, il Dr. Riccardo Benzi Cipelli, medico chirurgo, specialista in Odontostomatologia e il Dr. Gianpaolo Pisano, medico chirurgo, specialista in Otorinolaringoiatria, master in Citologia, ricercatore presso Univ. UNISED.
Come riportato da un articolo di Fabio Giuseppe Carlo Carisio per Gospa News, il 27 luglio 2022:
«Caso N° 1 – Maschio 33 anni, sportivo con fisico atletico, in antecedenza esente da patologie. All’osservazione dopo un mese dall’aver ricevuto una dose di vaccino Pfizer riferisce marcata astenia, cefalea gravativa costante refrattaria ai comuni farmaci. Reuma-artralgie diffuse con dispnea da sforzo. (Fig. 1a e 1b) La foto evidenzia a sinistra la condizione ematica del Paziente prima degli inoculi, nella immagine a destra, dopo 2 mesi dall’inoculo, sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene, l’agglomerato è da porsi in relazione all’alterazione del potenziale Z».
L’alterazione dei globuli rossi prima e dopo il vaccino anti COVID (Foto apparsa originariamente su Gospa News)
Nella figura 4 dello studio si può osservare: «Questa immagine (a 2 mesi dall’inoculo) evidenzia la tipica strutturazione auto-aggregante in modalità fibro/tubulare delle inclusioni presumibilmente grafeniche, la sfumatura rossa è riferibile a particelle ferrose globulari spesso riscontrate nel sangue dei pazienti esaminati».
«In 12 soggetti sono state eseguite analisi del sangue con la stessa metodica prima della vaccinazione, con quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano il sospetto che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini stessi. Vengono riportati in dettaglio 4 casi clinici, scelti come riassuntivi e rappresentativi dell’intera casistica» riferisce ancora lo studio.
I risultati sono agghiaccianti e confermano quanto già visto dal Dr. Campra.
«Dei 1006 soggetti analizzati, 948 pari al 94% del totale evidenziavano, dopo inoculo di vaccini a mRNA a distanza media di un mese, varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. Sono necessari ulteriori studi per definire l’esatta natura delle particelle riscontrate nel sangue per individuare possibili soluzioni».
Nell’introduzione allo studio dove vengono riportati i risultati delle analisi al microscopio in campo oscuro del sangue di 1006 pazienti che si erano rivolti al “Centro Medico Biodiagnostica Giovannini” per vari disturbi dopo l’inoculo di vaccini a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), si legge: «L’utilizzo dell’analisi microscopica del sangue a fresco su vetrino in campo oscuro consente una prima, immediata valutazione dello stato di salute delle componenti corpuscolate del sangue. Il completamento dell’analisi con la misurazione di pH, rH e rO (non mostrata nel presente studio) consente di definire precocemente eventuali alterazioni, prima che vengano rivelate dai tradizionali test coagulativi (di-dimero, PT, PTT, fibrinogeno, piastrine etc.)». Dodici soggetti dei 1006 analizzati avevano eseguito un esame del sangue periferico con la stessa metodica, prima della vaccinazione (range 3 giorni – 1 anno circa).
Quattro di questi dodici soggetti che si erano rivolti al “Centro Medico Biodiagnostica Giovannini” sono stati scelti come rappresentativi dell’intera casistica e sono riportati in dettaglio con le relative immagini fotografiche.
Nel Caso N° 3 esemplificativo, una donna di 84 anni, in buona salute e completamente autonoma, la figura al microscopio n. 11 della ricerca rileva che «Si intravedono ai poli della figura una iniziale configurazione lamellare a scaglie cristalline riferibili ad inclusioni presumibilmente grafeniche, in ottemperanza al fatto che il campo di forze è più energico ai contorni dello stesso. (a 5 settimane dall’inoculo)».
La figura 11 dello studio riferita al caso di una donna di 84 anni (Foto: Gospa News)
«Alla seconda dose di Pfizer, [la donna, n. d. r.] manifestava una eritrodermia intensa al viso ed al torace, una intensificazione drammatica della bocca urente, dolori muscolari insostenibili e refrat- tari alla terapia antalgica, che il Reumatologo identificava, in capillaroscopia, come una forma ad esordio brutale di dermatopolimiosite. Gli esami dell’auto immunità confermavano la diagnosi».
I tre specialisti scrivono nelle loro conclusioni: «Nel presente studio è stato analizzato il sangue al microscopio ottico in campo oscuro e in contrasto di fase di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione anti-COVID con Pfizer/BioNTech o Moder- na. In 948 soggetti su 1006, pari al 94% del totale analizzato, si sono evidenziate varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti ed è stata rilevata la presenza nel sangue periferico di particelle esogene puntiformi ed auto-luminescenti in campo oscuro, con una luminescenza decisamente superiore a quella della parete del globulo rosso ben ossigenato e con un aspetto caratteristico a “cielo stellato”.
«I soggetti analizzati dopo un intervallo di tempo maggiore presentavano tipicamente anche formazioni tubulari/fibrose e frequentemente anche cristalline e lamellari con morfologie estremamente complesse e costanti»: tali risultati avallano quanto già osservato dai patologi tedeschi in uno studio rivelato nel corso di una conferenza di patologi e scienziati del rinomato Istituto di Patologia di Reutlingen, in Germania, il 20 settembre 2021, come già riportato su questo blog.
E’ importante rilevare che: «Le analisi del sangue di dodici soggetti, eseguite con la stessa metodologia prima della vaccinazione, evidenziavano quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo l’inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano ulteriormente l’ipotesi che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini a mRNA».
Continuano Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano: «I 4 casi descritti nella presente serie sono rappresentativi dei 948 casi nei quali si sono trovate strutture e sostanze assolutamente anomale. Le alterazioni a carico degli eritrociti mostrano una tendenza alla aggregazione/disgregazione, impilamento a rouleaux, emolisi, condizioni suggestive per importante alterazione del potenziale Zeta. Inoltre, vi è la tendenza della fibrina a disporsi in cluster. Tali alterazioni potrebbero correlarsi con i disturbi di coagulazione dopo vaccinazione anti-COVID, causati anche dalla nota tossicità vascolare della proteina Spike [2,3], prodotta dai soggetti inoculati con vaccini a mRNA».
«Con questi quadri ematologici è lecito attendersi la riattivazione di situazioni oncologiche o lo scompenso di una senilità fisiologica verso forme di marasma accelerate, come il Caso n. 4 sembra confermare».
E molti purtroppo in Italia hanno conoscenze di casi di riattivazione di malattia oncologica, a seguito della vaccinazione COVID, la cui triste notizia è stata diffusa dai familiari: casi dove il tumore si è riattivato in modo galoppante e anche con metastasi diffuse in tutto il corpo. Ma si tratta di tempi decorsi, a partire dall’inoculo, anche di parecchi mesi, per cui non viene considerato un effetto avverso riconducibile alla vaccinazione.
«In conclusione, mai si era osservato un così brusco cambiamento del sangue periferico dopo ino- culo di vaccini, con transizione da uno stato di perfetta normalità ad uno patologico, con emolisi, impacchettamento per adesione dei globuli rossi ed impilamento degli stessi in complessi e giganteschi conglomerati», concludono Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano.
«Mai si era osservata la presenza di una così grande quantità di particelle esogene nel sangue apparentemente incompatibili con un normale flusso ematico del microcircolo e che si modificano nel tempo, con fenomeni di auto-aggregazione. Sono necessari ulteriori studi per definire la natura delle particelle riscontrate del sangue, quale sia la loro provenienza e per individuare possibili soluzioni».
Ma anche altri scienziati nel mondo hanno confermato la presenza di grafene e agglomerati nel sangue tramite ricerche scientifiche e analisi specialistiche di laboratorio.
Fra questi, la ricerca condotta dalla Dr.ssa indiana Purnima Wagh, esperta in virologia e immunologia, con due dottorati di ricerca presso l’Università inglese della London School of Hygiene & Tropical Medicine.
Insieme ad un gruppo di ricercatori provenienti da tutto il mondo la Dr.sa Wagh ha eseguito delle analisi su 2305 campioni di sieri di dodici diverse case farmaceutiche. Nella lista sono presenti le marche dei vaccini più distribuiti negli Stati Uniti e in Europa Occidentale come Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson. Ci sono anche vaccini cinesi come il Novavax e altri vaccini cubani.
Il risultato della ricerca è che nei sieri Pfizer e Moderna non c’è né l’mRNA né la cosiddetta proteina Spike mentre in quelli di Astrazeneca e J&J non c’è l’adenovirus che sono stati dichiarati nei relativi bugiardini di accompagnamento.
In ognuno di questi farmaci analizzati sono stati riscontrati invece ingredienti quali acqua, idrossido di alluminio, nanoparticelle metalliche e nanoparticelle di ossido di grafene.
L’atto di sindacato ispettivo n 1-00388
L’atto di sindacato ispettivo n 1-00388 della legislatura 18, pubblicato il 16 giugno 2021e relativo alla seduta n. 337 del Senato della Repubblica, afferma nella sua premessa ricordando che «in Israele e negli Stati Uniti la vaccinazione con vaccini anti COVID-19 a mRNA per la fascia dei giovanissimi 12-16 anni e over 16 è iniziata da tempo, ed è notizia recente che proprio in Israele sono state riportate 275 miocarditi nei giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni;
a tale evidenza si è aggiunta la preoccupazione destata dall’ultimo rapporto di vigilanza dei CDC, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie negli USA, secondo cui, dopo le vaccinazioni con Pfizer e Moderna, nei soggetti tra i 16 e 24 anni si sono riscontrate miocarditi in numero superiore rispetto all’atteso;
lo scorso 20 maggio 2021 è comparsa sul sito di HART (Health advisory & recovery team) una lettera aperta, sottoscritta da un gruppo di medici inglesi, indirizzata all’MHRA (Medicines & healthcare products regolatory agency), l’equivalente dell’AIFA italiana;
i contenuti dell’appello sollevano dubbi consistenti, sia sotto il profilo etico che sotto quello scientifico, rispetto alla scelta di somministrare i vaccini agli “under 18″».
Continua ancora il documento: «si ritiene opportuno riportare alcuni passaggi significativi della citata lettera, il cui contenuto è comunque integralmente visionabile sul sito web di HART: i firmatari affermano che “è irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino COVID-19”, ed è chiarito che gli studi clinici sui bambini pongono enormi dilemmi etici a causa dei rischi sconosciuti, aggiungendo che si dovrebbe attendere la fine degli attuali studi di fase 3 e diversi anni ancora per ricevere tutti i dati sulla sicurezza negli adulti, al fine di escludere o quantificare tutti i potenziali effetti avversi;
in particolare, si legge che “Tutti gli studi di fase 3 sui vaccini COVID-19 sono in corso e non dovrebbero concludersi fino alla fine del 2022/inizio 2023. I vaccini sono, quindi, attualmente sperimentali con dati limitati sulla sicurezza degli adulti a breve termine e non disponibili (…). La tecnologia del vaccino mRNA completamente nuova, che non è mai stata precedentemente approvata per l’uso nell’uomo (…). I potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi. Le limitate sperimentazioni sui bambini intraprese fino ad oggi sono totalmente sottodimensionate per escludere effetti collaterali non comuni ma gravi. I bambini hanno una vita davanti a loro e i loro sistemi immunologici e neurologici sono ancora in fase di sviluppo, il che li rende potenzialmente più vulnerabili agli effetti avversi rispetto agli adulti. Sono già state sollevate una serie di preoccupazioni specifiche, tra cui malattie autoimmuni e possibili effetti sulla placenta e sulla fertilità. Un articolo pubblicato di recente ha sollevato la possibilità che i vaccini mRNA COVID-19 possano innescare malattie neurodegenerative basate su prioni. Tutti i potenziali rischi, noti e sconosciuti, devono essere bilanciati rispetto ai rischi del COVID-19 stesso, quindi ai bambini si applicherà un rapporto rischi/benefici molto diverso rispetto agli adulti”;
sulla protezione dal COVID nei bambini si aggiunge che “I bambini sani non corrono quasi alcun rischio di COVID-19, con un rischio di morte di appena 1 su 2,5 milioni. Nessun bambino precedentemente sano di età inferiore ai 15 anni è morto durante la pandemia nel Regno Unito e i ricoveri in ospedale o in terapia intensiva sono estremamente rari e la maggior parte dei bambini non presenta sintomi o ha sintomi molto lievi. Sebbene il Long-Covid sia stato citato come motivo per vaccinare i bambini, ci sono pochi dati concreti. (…)».
Poi i senatori firmatari del documento vogliono «ricordare che, ai sensi dell’articolo 10 del decreto del Ministro della salute 24 ottobre 2014, recante l’approvazione dello statuto dell’Istituto superiore di sanità, il Comitato etico “opera in qualità di organismo guida e di valutazione sotto il profilo etico per le ricerche e per le sperimentazioni, in conformità con la normativa vigente”, e che, ai sensi del decreto del Ministro della salute 8 febbraio 2013, recante i criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici, essi hanno la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela;
il Comitato etico ha funzione consultiva nei riguardi dell’ISS in relazione a questioni etiche connesse con le attività scientifiche, assistenziali, didattiche e amministrative, allo scopo di proteggere e promuovere i valori etici e il rispetto della persona».
I firmatari tengono ad evidenziare che «desta perplessità la previsione in base alla quale “Questo medicinale è stato autorizzato con procedura ‘subordinata a condizioni’. Ciò significa che devono essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. L’Agenzia europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove informazioni su questo medicinale e il riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario”».
I senatori firmatari sono tredici e appartengono al partito Fratelli d’Italia.
Dal governo italiano non arrivò mai nessuna risposta: era il mese di giugno 2021.
Oggi il nuovo governo vanta una maggioranza cui appartiene proprio lo stesso schieramento politico degli allora senatori firmatari del documento. Ci sarà la volontà adesso di rispondere a queste domande che pongono enormi interrogativi dal punto di vista etico?
Un governo, quello di Giorgia Meloni, che annovera come ministro della Giustizia l’ex magistrato Carlo Nordio, il quale dichiarò a novembre 2021 che “vaccinarsi è un obbligo morale verso gli altri e verso noi stessi” e si schierò a favore di limitazioni delle libertà dei cittadini non vaccinati e obbligo di green pass. E in merito al concetto di libertà dichiarò: “L’attentato alla libertà lo fanno quelli che non si vaccinano e frequentano le altre persone, perché mettono a rischio la loro salute”.
Mentre ha dichiarato pochi giorni fa come “una velocizzazione della giustizia transita attraverso una forte depenalizzazione dei reati”.
O come il nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, rettore dell’Università di Tor Vergata a Roma, il quale dichiarò in un’intervista rilasciata alla trasmissione Rai Unomattina, il 14 ottobre 2021, che “il green pass rimane uno strumenti indispensabile per garantire la sicurezza nelle aule universitarie”.
Ma era lo stesso Anthony Fauci a dichiarare, già fin dal luglio 2021, in un’intervista trasmessa dal canale televisivo statunitense MSNBC, come il vaccino non impedisse la trasmissione del virus.
E persino durante una delle trasmissioni Rai Porta a Porta, già a marzo 2021, l’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Draghi, Enrico Giovannini, disse a chiare lettere che anche chi aveva ricevuto il vaccino COVID poteva ancora trasmettere il virus.
Informazione peraltro presente già sul sito dell’AIFA nella sezione delle FAQ dove si trovavano oltre 30 domande relative al vaccino COVID sperimentale distribuito in Italia (Astra Zeneca, Pfizer-Biontech, Moderna, ecc…).
Ma si solleva solo adesso un gran polverone per la dichiarazione rilasciata lo scorso 10 ottobre da Janine Small, presidente dei mercati internazionali di sviluppo di Pfizer, davanti al Parlamento Europeo, dove si è tenuta l’audizione sulla legittimità dei contratti conclusi da Ursula Von Der Leyen. La Small, come è noto, alla domanda dell’eurodeputato olandese Roos se la casa farmaceutica avesse testato la capacità del vaccino di bloccare il contagio, ha risposto con un secco no.
Conclusioni
Quello che emerge, anche confrontando quella che è la situazione negli Stati Uniti d’America, è come le autorità abbiano spinto la popolazione verso l’inoculazione di questi sieri sperimentali malgrado le evidenze emergenti avrebbero dovuto condurre ragionevolmente verso conclusioni opposte o comunque verso la massima cautela.
Malgrado le sconcertanti conclusioni degli studi sopracitati che dovevano sollevare, nei vari enti governativi e nei governi occidentali, almeno molteplici e inquietanti interrogativi e che invece sono stati del tutto ignorati, come in uno dei peggiori incubi che assume sempre più i contorni di un progetto di riduzione della popolazione mondiale.
D’altronde Bill Gates aveva già ammesso che attraverso i vaccini si poteva ridurre la popolazione mondiale. E sono ben noti i danni inflitti in India con le sue vaccinazioni pediatriche.
Promettendo di eradicare la polio con 1,2 miliardi di dollari, Gates prese il controllo del National Advisory Board (NAB) dell’India e impose 50 vaccini contro la polio (fino a 5) per ogni bambino prima dei cinque anni. I medici indiani incolparono la campagna di Bill Gates per una devastante epidemia di poliomielite da ceppo di vaccino che paralizzò 496.000 bambini fra il 2000 e il 2017.
Nel 2017, il governo dell’India annullò il regime vaccinale di Gates e sfrattò Bill Gates e i suoi compari dalla NAB. I tassi di paralisi della poliomielite diminuirono precipitosamente.
Anche le epidemie più spaventose in Congo, nelle Filippine e in Afghanistan sono tutte legate ai vaccini di Bill Gates. Mentre nel 2014 la Bill & Melinda Gates Foundation finanziò test di vaccini sperimentali contro l’HPV, sviluppati da GSK e Merck, su 23.000 ragazze in remote province indiane. Circa 1.200 soffrirono di gravi effetti collaterali, inclusi disturbi autoimmuni e della fertilità. Sette morirono. Le indagini del governo indiano accusarono i ricercatori di gravi violazioni etiche, come pressioni sulle giovani, maltrattamento dei genitori, falsificazione di moduli di consenso e rifiuto di cure mediche alle ragazze colpite dagli effetti avversi.
Ma ciò che più scandalizza, non sono i conflitti di interesse e la corruzione ormai troppo diffusa nelle case farmaceutiche o in una classe medica spesso accondiscendente.
Ciò che più scandalizza, è invece l’intero asservimento, la sudditanza supina delle istituzioni di tutti i Paesi occidentali.
Se l’operazione terroristica del COVID-19 ha avuto paradossalmente un merito, è stato quello di mostrare agli occhi del mondo l’ormai vero volto assunto dall’Occidente, che mentre si riempie la bocca di parole come “democrazia” e “rispetto delle minoranze”, in realtà si dimostra essere una sbiadita e corrotta, ma feroce, dittatura al servizio di un’élite finanziaria priva di ogni moralità e decisa a dominare il mondo.
Una piano, quello delle élite, studiato nei minimi dettagli, che per funzionare aveva bisogno di un ultimo ma fondamentale anello mancante: l’asservimento della Chiesa Cattolica.
Piano portato infine a termine con la sostituzione del romano pontefice Benedetto XVI nel febbraio 2013, il quale tuttavia con le sue controverse dimissioni ha volutamente evidenziato l’emergere di una falsa Chiesa massonica.
Falsa Chiesa che si è svelata anch’essa agli occhi del mondo con l’operazione terroristica del COVID, dimostrando tutto il suo completo asservimento e il totale tradimento della sua missione salvifica, a partire dalla sospensione delle celebrazioni liturgiche nel marzo 2020. Apostasia della Chiesa che ha trovato il suo apogeo nel silenzio, anzi nella spinta accanita per i sieri sperimentali apportatori di salvezza al posto dell’unico Salvatore Gesù Cristo. Il solo che la vera Chiesa Cattolica possa riconoscere.
Oggi, però, all’indomani dell’approvazione di FDA, EMA e AIFA, è arrivato il turno dei bambini, anche molto piccoli e con eventuali fattori di rischio. Chi si assumerà la responsabilità dei possibili effetti avversi – anche gravi e sconosciuti – che possono scaturire dall’inoculazione di controversi sieri sperimentali su bambini di appena pochi mesi, tenendo conto che non sarà neppure consentita loro la facoltà di decidere per se stessi?