Il 24 giugno 2022 è stato il giorno della storica sentenza sull’aborto emessa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, come ha riportato tra i tanti quotidiani americani che hanno diffuso la notizia, il New York Post.
E’ stata ribaltata infatti la storica decisione della stessa Corte Suprema di 49 anni addietro nella sentenza Roe contro Wade che legalizzava l’aborto in tutti gli Stati Uniti d’America.
Con questa decisione oggi la Corte Suprema va a sostenere una legge del Mississippi che vietava la procedura dopo 15 settimane di gravidanza e ha lasciato la questione a ciascuno dei 50 Stati.
L’opinione di venerdì del giudice Samuel Alito ha anche ribaltato un caso del 1992, Planned Parenthood contro Casey, in cui la corte ha ritenuto che le leggi statali che limitano l’aborto non dovrebbero imporre un “onere indebito” alle donne che richiedono la procedura.
Il giudice Samuel Alito ha scritto:
“L’aborto presenta una profonda questione morale”. “La Costituzione non vieta ai cittadini di ogni Stato di regolamentare o vietare l’aborto. Roe e Casey si sono arrogati quell’autorità. Ora annulliamo tali decisioni e restituiamo tale autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”.
La decisione è stata emessa più di otto settimane dopo che una bozza dell’opinione del giudice Alito è trapelata a Politico:
“Roe aveva terribilmente torto fin dall’inizio”, scrive il giudice Alito nella prima bozza di 98 pagine etichettata come “Parere della Corte”.
“Il suo ragionamento era eccezionalmente debole e la decisione ha avuto conseguenze dannose. E lungi dal portare a una soluzione nazionale della questione dell’aborto, Roe e Casey hanno acceso il dibattito e approfondito la divisione”.
Il giudice Alito è stato appoggiato dai giudici Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett. I giudici Thomas, Kavanaugh e il capo della giustizia John Roberts hanno presentato opinioni separate concordando nel giudizio del giudice Alito.
Nel suo assenso, il giudice Kavanaugh ha dichiarato:
“Poiché la Costituzione è neutrale sulla questione dell’aborto, anche questa Corte deve essere scrupolosamente neutrale. I nove membri non eletti di questa Corte non possiedono l’autorità costituzionale per annullare il processo democratico e decretare una politica a favore della vita o una politica di aborto per tutti i 330 milioni di persone negli Stati Uniti.
“Invece di aderire alla neutralità della Costituzione, la Corte di Roe si è schierata sulla questione e ha decretato unilateralmente che l’aborto era legale in tutti gli Stati Uniti fino al punto di fattibilità (circa 24 settimane di gravidanza)”.
“La decisione odierna della Corte riporta giustamente la Corte in una posizione di neutralità e ripristina l’autorità del popolo per affrontare la questione dell’aborto attraverso i processi di autogoverno democratico stabiliti dalla Costituzione”.
Il giudice Kavanaugh ha anche concordato con il giudice Alito sul fatto che la decisione di venerdì non influisca sulle precedenti decisioni della Corte Suprema che legalizzano i matrimoni interrazziali e omosessuali o sanciscono il diritto all’uso della contraccezione, come avevano avvertito i sostenitori dell’aborto dopo che la bozza di parere è trapelata.
“Sottolineiamo che la nostra decisione riguarda il diritto costituzionale all’aborto e nessun altro diritto”, ha scritto il giudice Alito. “Niente in questa opinione dovrebbe essere inteso per mettere in dubbio precedenti che non riguardano l’aborto”.
Naturalmente, negli Stati in Uniti e in tutta la cristianissima Europa, TUTTI i cronisti dei media mainstream, ma proprio TUTTI, si sono subito affrettati a stracciare le loro vesti.
“Le donne sono private dei loro diritti fondamentali, non sono più padrone del proprio corpo, siamo tornati indietro di cinquant’anni…” e così via.
Chissà perché, però, e come mai, coloro che oggi fanno tali asserzioni non si pongono i medesimi scrupoli quando alle donne che dicono di difendere vengono sottratti i i diritti più elementari.
Viviamo nell’epoca che definire medioevale non renderebbe l’idea, giacché in realtà la situazione è, di fatto, peggiore.
Una donna infatti che si trova in difficoltà economiche gravi può essere costretta a mettere in affitto il proprio utero, e a dover vendere il proprio corpo.
Ma questo va bene a tutti. Aumentano sempre più i casi di violenze sulle donne e spesso le donne che hanno il coraggio di denunciare non vengono credute e protette, fino al compiersi dell’inevitabile.
Ma anche questo va bene a tutti.
E che dire di una vecchia intervista del 2017 al quotidiano La Verità, dove il Dr. Stefano Montanari aveva parlato di donne fatte abortire volontariamente per vendere i pezzi di feto ai laboratori di ricerca?
Tutto questo corrisponde al vero? Esistono delle prove?
Ecco la risposta del Dr. Montanari, come fu riportata dal sito Renovatio21, il 29 agosto 2018:
“Ci sono addirittura i tariffari di cui io mostro copia alle mie conferenze.”
Per gentile concessione del ricercatore, rendiamo nota una fattura della Planned Parenthood.
Quel che non si dice, infatti, nel gridare allo scandalo, da parte di giornalisti ed influencer, è che l’industria farmaceutica ha fatto uso in modo sempre più crescente di linee cellulari prodotte da feti abortiti, in questi ultimi anni.
Afferma il Dr. Montanari:
“Che si debbano forzatamente usare feti sani è un’ovvietà. Che i feti sani si possano ottenere solo abortendo volontariamente è altrettanto ovvio perché un aborto spontaneo è di norma legato ad un evento patologico e usare feti potenzialmente malati non sarebbe opportuno.”
Come avevo già riportato in un articolo precedente, per il prelievo di cellule fetali utili, infatti, occorre che il feto non presenti alcuna patologia; inoltre, fatto ancor più raccapricciante, il prelievo cellulare deve avvenire senza l’uso di anestetici per non compromettere la qualità delle cellule prelevate: osservando dall’esterno la triste scena, si assiste quindi ad “un omino che scappa” nel tentativo disperato di sfuggire al suo carnefice, come ebbe a dichiarare in un’occasione ancora il Dr. Stefano Montanari.
Questo forse può fornire una chiara idea degli enormi interessi che gravitano intorno al grande business dell’aborto.
Ma lo scorso venerdì 24 giugno 2022, giorno in cui la Chiesa Cattolica ha celebrato la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, è stato un giorno di grande vittoria: il giorno della vittoria della vita sulla morte dopo mezzo secolo di buio. Un giorno di speranza per tutti.
Donald Trump ha esultato, e a ragione.
Nel tempo in cui Joe Biden è Presidente degli Stati Uniti, un grande smacco subisce l’America ultra progressista di stampo marxista che in mezzo secolo ha contagiato l’intera Europa, scatenando una crisi di valori senza precedenti, fino a trascinarla sull’orlo del baratro.
Ma da adesso in poi l’aborto negli Stati Uniti non godrà più di nessuna protezione costituzionale.
Donald Trump sta riportando l’America a quei valori cristiani che l’avevano fatta davvero grande.
Il MAGA, quel movimento di enormi proporzioni che lo sostiene, è vivo oggi più che mai. Mentre i giorni di quel deep state che ha governato nel profondo gli Stati Uniti e il blocco Euro-Atlantico da tanto tempo, sono ormai contati.
Al di là di quello che continuano ad affermare ostinatamente i media del terrore ed anche una certa falsa controinformazione, insieme a tutte quelle voci e a tutti quei volti di uomini e donne noti che lo rappresentano.