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Il Segreto di Fatima: la richiesta di Maria mai esaudita e la battaglia decisiva

Il rumore dei media   

Come è noto, lo scorso 25 marzo del 2022, Francesco ha consacrato la Nazione russa e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.

Per parecchi giorni tutti i mezzi di comunicazione hanno continuato ininterrottamente a dare grande risalto alla notizia. 

Ne ha scritto Avvenire, il quotidiano dei Vescovi, citando la richiesta formulata da Maria Santissima a Fatima. Ma l’articolo di Avvenire non ha affermato che la richiesta della Madonna, pervenutaci in particolare attraverso Lucia Dos Santos, ultima testimone di Fatima, sarebbe stata ormai esaudita. Si è limitato solo a parlare del fatto.

Tuttavia, molte altre testate e svariati siti online hanno invece diffuso la notizia con l’annuncio che la consacrazione della Russia voluta a Fatima dalla Madonna e poi richiesta espressamente a Suor Lucia Dos Santos mentre si trovava nel convento di Tuy, il 29 giugno 1929, sarebbe stata finalmente esaudita con l’Atto di consacrazione compiuto lo scorso 25 marzo da Francesco.

Inoltre un sito specializzato come La Nuova Bussola Quotidiana, diretto da Riccardo Cascioli, ha pubblicato lo scorso 16 marzo un articolo, a firma di Nico Spuntoni e ripreso a sua volta da molti altri siti, che ha affermato come la consacrazione della Russia richiesta dalla Madonna di Fatima sarebbe avvenuta il 25 marzo 1984 da parte di Papa Giovanni Paolo II e che Suor Lucia avesse dichiarato come le richieste di Maria Santissima fossero state esaudite.

«Venne salutata dalla veggente come un adempimento al desiderio della Vergine», ha scritto Spuntoni.

La consacrazione di Papa Giovanni Paolo II del mondo al Cuore Immacolato di Maria     

Ma – come ho già riportato in un precedente articolo – una persona considerata attendibile, morta in odore di santità come il noto esorcista Padre Gabriele Amorth e testimone oculare di quella giornata di fine marzo 1984, dichiarò invece in modo molto esplicito come le richieste della Madonna non fossero state esaudite dalla consacrazione che Papa Giovanni Paolo II fece quel giorno.

Anzitutto, tale consacrazione fu fatta al mondo e non specificatamente alla Russia; inoltre lo stesso Giovanni Paolo II, rammaricandosi di non aver potuto esaudire le richieste della Madonna di Fatima, nella preghiera di consacrazione fece un fuori programma, dicendo: “Illumina specialmente i popoli di cui tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento”, sottolineando in modo esplicito come questa non fosse ancora avvenuta.

In un articolo pubblicato sul sito Qui Europa nel marzo 2015, Padre Amorth aveva scritto: «Per rendere il concetto ancora più chiaro, Papa Giovanni Paolo II ripeté lo stesso messaggio qualche ora più tardi, alle ore 16 di pomeriggio, all’interno della Basilica di San Pietro e davanti a 10 mila fedeli, in occasione del congedo dalla Statua della Vergine Pellegrina. Anche in quel caso, a ore di distanza dalla cerimonia di consacrazione del mattino, il Papa riconobbe in una cerimonia pubblica che la consacrazione richiesta dalla Madonna di Fatima doveva ancora essere compiuta. Nella sua preghiera alla Vergine, egli attirò l’attenzione su certi popoli (il popolo Russo) che avevano particolare bisogno d’essere consacrati – “quei popoli per i quali Tu stessa aspetti il nostro atto di consacrazione e di affidamento. Tutto questo abbiamo potuto fare secondo le nostre povere, umane possibilità, nella dimensione della nostra umana debolezza”».

Per quanto riguarda l’adempimento al desiderio della Vergine di Fatima da parte di Papa Giovanni Paolo II, che, secondo Nico Spuntoni, avrebbe ricevuto anche l’approvazione della veggente (cioé di Suor Lucia), è bene rimarcare che su questo punto fondamentale rimangono in realtà molti fondati dubbi, di cui il giornalista della Nuova Bussola Quotidiana non fa invece alcuna menzione nel suo articolo.

La smentita di Suor Lucia    

Riporto qui in proposito le parole che Suor Lucia proferì nel corso di un’intervista del settembre 1985 alla rivista Sol de Fatima, il periodico della sezione spagnola della Blue Army, un movimento mariano molto diffuso negli Stati Uniti, così come riportate nel libro di Marco Tosatti, Fatima. Il segreto non svelato, Mondadori, Milano, 2002.

Le fu chiesto:

«In quale momento del mistero di Fatima ci troviamo ora?».

«Penso che stiamo vivendo nel momento in cui la Russia sta disseminando i suoi errori in tutto il mondo».

«Con questo, si deve intendere che la Russia entrerà in possesso del mondo intero?».

«Sì».

«Giovanni Paolo II ha invitato tutti i vescovi a unirsi a lui nella consacrazione della Russia, che egli avrebbe fatto a Fatima il 13 maggio 1982 e che egli avrebbe poi rinnovato al termine dell’anno Santo, a Roma il 25 marzo 1984, davanti alla statua originale della Nostra Signora di Fatima. Non ha egli quindi fatto quello che era stato richiesto a Tuy?».

«Non c’è stata partecipazione di tutti i vescovi, e non ci fu menzione della Russia».

«Così la consacrazione non fu fatta secondo i termini richiesti da Nostra Signora?».

«No. Molti vescovi non dettero alcuna importanza a questo atto».

Suor Lucia Dos Santos  

La richiesta fatta dalla Madonna infatti presentava dei requisiti specifici perché risultasse valida: la partecipazione di tutti i Vescovi, oltre il Pontefice, e la menzione specifica della Russia. Ma Suor Lucia, dal 1984 e fino alla caduta del muro di Berlino nel 1989, sostenne sempre che nessuna delle consacrazioni avvenute fino a quel momento potesse essere considerata valida, in quanto priva dei requisiti sopra esposti.

Inoltre, continua ancora Tosatti, «consacrare significa fare entrare, con un rito specifico, un oggetto profano nella sfera del sacro: farne dono a Dio. E’ un gesto sacralmente importante e rilevante».

Come ha riportato poi di recente l’ex vaticanista Aldo Maria Valli nel suo blog, anche il Vescovo di Astana Athanasius Schneider e il Cardinale Raymond Leo Burke fecero espressamente capire, rispettivamente nel 2016 e nel 2017 – in occasione del centenario di Fatima – come la consacrazione della Russia non fosse ancora avvenuta.

Il Cardinale Burke, nella sua relazione intitolata Fatima: la risposta del cielo a un mondo in crisi, disse: «La consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria è oggi più che mai necessaria. Quando assistiamo a come il male del materialismo ateo, le cui radici sono in Russia, diriga radicalmente il governo della Repubblica popolare cinese, riconosciamo che il grande male del comunismo deve essere curato alla radice attraverso la consacrazione della Russia, come ha comandato la Madonna. […] Riconoscendo la necessità di una conversione totale dal materialismo ateo e dal comunismo a Cristo, resta urgente l’appello della Madonna di Fatima affinché la Russia sia consacrata al suo Cuore Immacolato, secondo le sue esplicite istruzioni».

Mentre per quanto riguarda le affermazioni di Suor Lucia sulla presunta approvazione della Vergine, il Cardinale Tarcisio Bertone nella presentazione a uno scritto sul messaggio di Fatima affermò che la veggente, l’8 novembre 1989, avrebbe affermato: «Sì [la consacrazione] è fatta così come la Madonna gliel’ha chiesta dal 25 marzo 1984».

Inoltre, in un colloquio avuto con lui stesso, Suor Lucia avrebbe dichiarato: «Ho già detto che la consacrazione voluta dalla Madonna è stata fatta nel 1984, ed è stata accolta in Cielo». La veggente avrebbe avuto tale rivelazione direttamente dalla Madonna durante un’apparizione.

Padre Gabriele Amorth tornò sull’argomento in un’intervista al giornalista José María Zavala. Riporto fedelmente questi passaggi, data la loro notevole importanza:

«Tu hai visto la lettera?» chiede Padre Amorth.

«No, mai», risponde con voce fioca Zavala.

«Ed io penso che non la vedrai mai – risponde Amorth – perché sono convinto che Suor Lucia non l’ha mai scritta».

«Come fa ad esserne così sicuro?», insiste Zavala

E Padre Amorth: «Perché il Cardinal Bertone non ha mostrato quella lettera – mentre avrebbe dovuto farlo – quando ha annunciato il Terzo segreto di Fatima? Una semplice fotocopia del manoscritto inclusa nel dossier ufficiale del Vaticano sarebbe stata sufficiente a dissipare ogni dubbio. Se il Vaticano è sempre stato scrupoloso nel fornire le prove documentarie autenticanti le informazioni di Suor Lucia anche su questioni di minore importanza, quale ragione ci sarebbe dovuta essere per economizzare sulla sola prova documentaria che secondo Bertone avrebbe convalidato un fatto che senza dubbio era di grandissima importanza, quale appunto la Consacrazione compiuta da Giovanni Paolo II?».

«Sì, è strano» ammette Zavala.

«Davvero pensi che Suor Lucia ci abbia messo cinque anni per dire che la Consacrazione era stata davvero accettata e Bertone avrebbe aspettato non meno di sedici anni per annunciare la validità di qualcosa di così cruciale come la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria?».

«Tutto ciò è in realtà molto strano» afferma di nuovo Zavala.

«Inoltre – aggiunge Padre Amorth – se la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria fatta da Pio XII nel 1942 fu solo parzialmente accetta, perché non menzionò specificamente la Russia e Gesù disse che in vista di quella consacrazione la guerra sarebbe stata solo accorciata ma non sarebbe finita immediatamente, perché adesso avrebbe dovuto cambiare idea con Giovanni Paolo II se neppure in quel caso la Russia fu menzionata? Sarebbe una incongruenza».

«Effettivamente è così», risponde Zavala. «E dunque?».

«Non ho alcun dubbio che la consacrazione non è stata compiuta nei termini richiesti dalla Vergine Maria. Ma non dobbiamo perdere di vista cosa Ella stessa volle dirci attraverso Suor Lucia: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia e sarà concesso al mondo un tempo di pace”».

Russia e Ucraina, due Nazioni oggi profondamente diverse     

Ritornando nuovamente all’articolo pubblicato dalla Nuova Bussola Quotidiana, Spuntoni sottolinea inoltre come, mancando un richiamo esplicito alla Russia da parte di Giovanni Paolo II, tale richiamo abbia scelto invece di fare ora Francesco, «accompagnandolo alla menzione dell’Ucraina, teatro dell’offensiva militare lanciata da Putin lo scorso 24 febbraio. “Lo stesso atto, lo stesso giorno – viene spiegato nella dichiarazione della Sala Stampa – sarà compiuto a Fatima da Sua Eminenza il Cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, come inviato del Santo Padre”.

Quindi Francesco ha affidato al porporato polacco, reduce dall’esperienza sul campo a Leopoli e già al servizio di San Giovanni Paolo II nell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Pontefice, il compito di riannodare quel filo che da più di un secolo lega Fatima alla Russia. Grande è la gioia ma anche la gratitudine da parte dei fedeli per la decisione del Papa che dimostra la sua volontà di fare tutto il possibile per fermare la guerra […]».

Quello che vien ora da chiedersi, tuttavia, e per quanto estremamente lodevole sia l’iniziativa, è perché ancora una volta Francesco abbia scelto di non esaudire le richieste specifiche della Madonna. Infatti la richiesta della Beata Vergine si riferiva esclusivamente alla consacrazione della sola Russia.

Oltre tutto, Russia e Ucraina sono oggi due Nazioni totalmente diverse e agli antipodi l’una dall’altra. Potremmo definirle quindi opposte.

Storicamente la Repubblica Popolare di Ucraina nacque nel mese di marzo del 1917, poco prima delle apparizioni avvenute a Fatima, dal 13 maggio fino al 13 settembre 1917. Questo ci informa che esisteva già all’epoca delle apparizioni. Ma la Madonna decide lo stesso di non farne menzione nel corso dei suoi messaggi ai tre pastorelli.

Perché dunque non decidere di ottemperare le richieste della Madonna così come furono formulate nel luglio 1917 e poi, ancora, alla sola Suor Lucia Dos Santos nel giugno 1929?

Dal 1984, infatti, quando si temeva che una menzione esplicita della Russia avesse potuto peggiorare i rapporti con l’allora Unione Sovietica, molte cose sono radicalmente cambiate.

La rinascita della Nazione russa      

Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 e un successivo periodo di instabilità, la Russia ha ritrovato valori e fede cristiani, tanto da volere una intensa ricostruzione delle chiese distrutte a partire dalla Rivoluzione del lontano 1917. Ne avevo già trattato durante un articolo di qualche anno fa, dove si rimarcava come il Patriarca di Mosca Kirill Gundajaev volesse perseguire l’intento di costruire ben «tre chiese al giorno […] affinché il popolo comprenda che senza Dio non si ottiene niente», raggiungendo a questo ritmo fra 25-30 anni il numero dei luoghi di culto che la Nazione aveva nel 1914, prima della devastazione operata dalla Rivoluzione russa.

Perché dunque non approfittare di un tempo come quello odierno, che si sarebbe presentato come più favorevole, almeno da un punto di vista strettamente religioso, per esaudire le richieste della Madonna proprio così come furono formulate?

E perché Francesco si sarebbe lasciato sfuggire, da quanto riportato da alcune voci concordanti, fra cui il compianto Padre Amorth, l’occasione di farlo già nel 2013, anno in cui Vladimir Putin si recò in visita dal Papa, portando in dono una copia della preziosa e venerata Madonna di Vladimir?

La storia ci attesta che quella Madonna fu posta su un aereo militare e fatta volare a lungo sui cieli di Mosca per ordine dello stesso Stalin, quando i nazisti di Hitler furono ormai alle porte di Mosca, durante il secondo conflitto mondiale. Ne conseguì una sanguinosissima battaglia alle porte della città, che segnò infine la sconfitta dei nazisti e l’inizio della caduta del Terzo Reich.

Il fatto che Putin portasse in dono a Bergoglio quella Madonna rivestiva dunque un significato molto speciale, che non avrebbe dovuto sfuggire ad un attento conoscitore della storia, quale si è mostrato Bergoglio in molte occasioni. Per volontà dello stesso Putin recentemente è stata eretta una Cattedrale proprio a Kubinka, teatro della feroce battaglia contro i nazisti alla fine del 1941. La facciata della chiesa è stata realizzata significativamente con l’acciaio di fusione dei carri armati nazisti.

La Cattedrale delle Forze Armate a Mosca

Icona della Theotokos di Vladimir o Madonna di Vladimir o Madre di Dio della tenerezza. (Autore sconosciuto, sec. XII)

Quell’occasione d’oro presentatasi nel novembre 2013 per poter dire finalmente sì alla consacrazione della Russia, avrebbe potuto avere anche l’efficacia di scongiurare l’attuale guerra con l’Ucraina, e non solo? 

Queste domande sono destinate tuttavia a rimanere senza risposta.

C’è poi un altro importante quesito da tenere in considerazione. La Madonna chiese che la consacrazione della Nazione russa avvenisse per opera del Romano Pontefice in unione con tutti gli altri Vescovi del mondo.

Jorge Mario Bergoglio si può ritenere essere legittimamente il Pontefice regnante?

Benedetto XVI in occasione della nomina del Cav. Lorenzo Festicini “Ambasciatore di Pace in ogni parte del mondo”, il 15 marzo 2021   

Il Papa è “uno solo”    

Benedetto XVI da ben nove anni continua a dichiarare che il Papa è uno solo, rifiutandosi però di esprimersi su quale sia il suo nome.

Sua Santità Benedetto XVI ha scritto anche una Declaratio di dimissioni piena di errori, benché Joseph Ratzinger sia un profondo conoscitore del latino, e – secondo il parere di molti canonisti ed anche svariati laici – sia invalida.

Inoltre, come ho già sottolineato in un altro articolo, nel corso di questi anni da “emerito”, Benedetto XVI ha firmato i suoi libri con le lettere PP accanto al suo nome da Pontefice. Questa sigla, che significa “Pastor pastorum” (o “Pater Patrum”), può essere apposta alla firma del solo Romano Pontefice.

Lo stesso dicasi per le parole usate da Benedetto XVI: “Con la mia benedizione apostolica” a chiusura delle sue missive: la benedizione apostolica è prerogativa del solo Pontefice regnante e Benedetto non potrebbe adoperare il termine “mia” se non lo fosse.

Mentre la sola benedizione apostolica può essere impartita infatti da un prelato su delega papale, soltanto il Pontefice regnante può scrivere legittimamente la parola “mia”.

E dunque, una domanda bisognerebbe pur porsela, così come sarebbe doveroso indagare sui gravi motivi che avrebbero condotto Benedetto XVI all’atto della rinuncia.

Secondo il diritto canonico infatti il ruolo del Pontefice si divide in munus (incarico divino) e ministerium (esercizio pratico). Nella lingua italiana però entrambi i termini vengono tradotti con la parola ministero. Benedetto XVI ha rinunciato al ministero (una delle due funzioni attribuite al termine italiano “ministero”), ovvero al ministerium, che si esercita nell’amministrazione pratica della Chiesa.

Ma se Benedetto ha rinunciato al solo ministerium, che rappresenta l’esercizio pratico della funzione petrina, non ha mai rinunciato al munus, che è irrevocabile e che Benedetto XVI continua a mantenere.

Nel libro “Benedict XVI: ‘Pope Emeritus’?” un testo giuridico della avvocatessa Estefania Acosta, si afferma come Benedetto sia l’unico Papa perché ha mantenuto il munus, l’incarico spirituale, e che la sua rinuncia (contenente gravi errori di latino) sia stata scritta volutamente invalida per svelare il gioco dei “golpisti” e annullarli a tempo debito, come ha riportato tempo addietro il giornalista Andrea Cionci sul suo blog. E’ questa la tesi anche di autorevoli teologi e latinisti.

Benedetto nella Declaratio del 2013 ha infatti rinunciato ad alcune funzioni pratiche (ministerium) ma non all’incarico spirituale (munus). Ora, siccome munus e ministerium, per il Papa, sono indivisibili, le dimissioni sono invalide.

Mentre Francesco sarebbe un antipapa, come sostiene la giurista Estefania Acosta.

Quindi, se Francesco non è il Papa, per lo stesso motivo non può eseguire evidentemente in modo valido l’Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia, in quanto, per volere esplicito della Madonna, esso è riservato al solo Sommo Pontefice regnante in unione con tutti i Vescovi.

Così scriveva Suor Lucia Dos Santos nella prima parte del Segreto di Fatima:

«Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte.[…]».

E infatti il Santo Padre Benedetto XVI, unico Papa, è stato ferocemente perseguitato. Mai un Pontefice è rimasto vittima di tali e continui attacchi da parte del clero, ma anche da parte dei mezzi di comunicazione, che gli sono purtroppo stati riservati in tutti questi anni.

Costretto, al fine di smascherare e palesare agli occhi del mondo la falsa Chiesa, ad abbandonare il potere papale (il ministerium) e a ritirarsi dalla vita pubblica.

Tuttavia Benedetto XVI, essendo il Papa, ha continuato sempre ad indossare la talare bianca, pur se priva di fascia e mantelletta (in quanto resta sempre al chiuso): una talare menomata ed insolita che potrebbe corrispondere a quella che videro i tre pastorelli a Fatima e che Lucia riportò nella terza parte del Segreto, indicando il “Vescovo vestito di Bianco” e avendo il presentimento che fosse il Santo Padre.

«E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”.[…]».

La presenza della “luce immensa che è Dio” avvolgente questa figura, indica – a mio modesto parere – che la descrizione del “Vescovo vestito di Bianco” fatta da Lucia, corrisponda davvero al Santo Padre, su cui non può non cadere la luce della Grazia e della benedizione divina.

Convincono poco le tesi, sollevate da numerosi autori, per cui tale figura indicherebbe invece un antipapa.

Mentre il presentimento avuto da Suor Lucia, oltre che dai proclamati Santi Jacinta e Francisco Marto, difficilmente avrebbe potuto dimostrarsi fallace.

Presidente Vladimir Putin in visita in Vaticano nel novembre 2013  

La battaglia decisiva tra Maria e Satana    

Suor Lucia Dos Santos, ultima testimone di Fatima, fece una particolarissima dichiarazione nel corso di una conversazione con Padre Augustin Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Jacinta e Francisco Marto, affermando che tra Satana e Maria sarebbe avvenuta una battaglia decisiva. La conversazione avvenne il 26 dicembre 1957 nel convento di Coimbra in Portogallo, dove si trovava Suor Lucia.

Così scrive il sacerdote:

«”Padre, il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Beata Vergine. E il diavolo sa cos’è che più di tutto offende Dio e che gli procurerà in breve tempo il maggior numero di anime. Così il diavolo fa di tutto per avere la meglio sulle anime consacrate a Dio, perché sa che in questo modo le anime dei fedeli, lasciate senza guida, cadranno più facilmente nelle sue mani. Ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti. Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione, molte anime sono trascinate all’inferno… […]”».

Continua ancora Suor Lucia:

«”È per questo, Padre, che la mia missione non è quella di indicare al mondo il castigo materiale che certamente lo attende, se non si converte per tempo alla preghiera e alla penitenza. No! La mia missione è di ricordare a ciascuno di noi il pericolo di perdere le nostre anime immortali, se ci ostineremo nel peccato. Padre, non dovremmo attendere un appello del Santo Padre da Roma, che chiami il mondo a fare penitenza, né dovremmo attendere un appello del genere dal nostro vescovo nella nostra diocesi, o dalle congregazioni religiose. No! Nostro Signore si è già servito molto spesso di questi mezzi e il mondo non se ne è curato affatto. E per questo che ora è necessario che ciascuno di noi inizi a riformare se stesso spiritualmente. Ognuno di noi ha il dovere di salvare non solo se stesso, ma anche tutte le anime che Dio pone sul suo cammino. Il diavolo fa tutto quanto è in suo potere per distrarci e per allontanarci dalla preghiera; ci salveremo insieme o saremo dannati insieme […]”».

Padre Gabriele Amorth, noto esorcista, sentì molto questo tema tanto da dedicargli l’ultimo suo libro: “Maria e Satana”, un’intervista a Padre Amorth curata da Padre Slawomir H. Sznurkowski, Ed. San Paolo, 2018, pp. 141-142 (Pdf tratto dal sito Blondet & Friends).

E fu sempre Padre Amorth a rivelare nel suo libro che il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin, durante la sua visita al Papa nel 2013, poco dopo l’insediamento di Bergoglio, chiese al Pontefice di ottemperare alla richiesta avanzata dalla Madonna consacrando la Russia, ma ne ebbe un rifiuto e se ne andò via “disgustato”, come ebbe poi a scrivere Amorth, senza neppure consegnare al Papa la lettera che aveva portato con sé da parte del Patriarca di Mosca. Bergoglio infatti non aveva mostrato alcun interesse per le tematiche spirituali, discutendo solo di politica e problemi sociali (uno stralcio tratto dal libro di Padre Amorth è disponibile già in un altro articolo, su questo blog).

Ma esiste ancora un’altra testimonianza che può considerarsi a suffragio delle affermazioni avanzate dal compianto Padre Amorth: si tratta del sacerdote Paul Leonard Kramer della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fra i più autorevoli studiosi degli avvenimenti di Fatima, come riportato in un articolo del giugno 2020 dal Prof. Francesco Lamendola.

Secondo quanto afferma Padre Kramer, Bergoglio, alla richiesta di Vladimir Putin in merito alla consacrazione della Nazione russa, rispose seccamente: «Noi non discuteremo Fatima».

Come ebbe poi a dichiarare nel suo libro Padre Amorth, dopo la morte improvvisa di un sacerdote canadese responsabile del comitato per portare la Madonna di Fatima a Mosca, recatosi più volte in visita a parlare con Putin:

«Ciò vuol proprio dire che non è ancora il momento che la Madonna vada a Mosca, perché la Russia si converta. Vuol dire che prima ci saranno delle catastrofi. Non è ancora giunto il momento».

Con queste parole Amorth sottolineava ancora una volta come ogni speranza del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, di conversione della Russia e della conseguente pacificazione del mondo intero, venisse proiettata in avanti in un futuro buio ed incerto.

E così, giunti al momento presente, possiamo soltanto aggiungere poche significative parole su un Segreto, quello di Fatima, che ha attraversato ben due secoli: sono proprio quelle pronunciate dallo stesso Papa Benedetto XVI, quando, interrogato nel 2010 sull’argomento, così rispose:

«Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima si sia conclusa».

Il Segreto di Fatima è lungi infatti dall’essere arrivato alla sua conclusione, mentre le affermazioni dell’ultima testimone sugli avvenimenti che lo riguardarono, Suor Lucia Dos Santos, stanno concretizzandosi sotto i nostri occhi in maniera impressionante: basta guardarsi intorno infatti per accorgersi che lo scontro decisivo fra Maria e Satana è già in atto.

E ferocemente.

Questo non significa che sia imminente la fine del mondo, come ebbe a precisare la stessa Suor Lucia nel corso della sua conversazione con Padre Fuentes: «La Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti alla fine dei tempi».

Significa però che lo scontro decisivo per le sorti dell’umanità è ormai compiutamente in atto e gli attacchi blasfemi sferrati a Maria Santissima, ed orchestrati dalle associazioni finanziate dal miliardario ungherese di origine aschenazita George Soros, ne sono un triste esempio.

Un altro esempio, il tentativo di dissoluzione programmata, ad opera di una certa e cospicua parte di gerarchia della Chiesa, della coscienza ecclesiale su quello che è il ruolo unico e insostituibile svolto da Maria all’interno dell’economia della Salvezza (cfr. Conc. Vat. II, Cost. Dogm. Lumen Gentium, nn. 55-62).

Ciò evidentemente a sfregio del tanto citato Concilio Vaticano II, divenuto il modello della gerarchia ecclesiastica ormai quasi esclusivamente a sostegno di tesi che esaminate attentamente si rivelano essere in realtà in aperto contrasto con l’insegnamento perenne della Chiesa, mentre al contempo lo stesso Concilio rimane totalmente ignorato e disatteso negli altri suoi originali contributi, da oltre ben mezzo secolo.

La dottrina sul ruolo centrale di Maria nella vita della Chiesa (cfr. cap. 8 della Lumen Gentium) rappresenta infatti uno dei contributi più originali e preziosi voluto dai Padri Conciliari del Vaticano II. E lo volle sottolineare, nel corso di un’intervista svoltasi qualche anno fa, anche il Vescovo Ausiliare di Astana Mons. Athanasius Schneider.

Ritornando poi a quello che è l’unico Segreto di Fatima, anche se composto da tre parti distinte, si parla anche di una parte non svelata.

In questa parte mai rivelata al mondo si parlerebbe anche dell’apostasia della gerarchia della Chiesa.

Secondo le affermazioni del già citato sacerdote Paul Leonard Kramer della Fraternità Sacerdotale San Pio X, e riportate dal Prof. Lamendola nel suo articolo, anche il Card. Gianfranco Ravasi era presente all’incontro avvenuto tra Papa Francesco e Vladimir Putin a fine 2013.

Queste le parole di Padre Kramer:

“In novembre 2013 il presidente Russo signor Vladimir Vladimirovič Putin, è
venuto a Roma per una visita con l’uomo in Vaticano che ama essere chiamato padre Bergoglio, una visita ufficiale per discutere il Messaggio di Fatima e problemi annessi. Contemporaneamente era in corso un incontro internazionale tra Russia e Santa Sede a cui è stata affiancata la questione di Fatima.

Mi trovavo proprio di fronte alle Mura Vaticane, in Piazza Risorgimento a Roma, nel momento in cui il signor Putin è arrivato per entrare in Vaticano e incontrare l’uomo che chiama se stesso padre Bergoglio. L’incontro ha avuto luogo e tramite i canali diplomatici che ho a Roma, ho saputo che durante il colloquio ufficiale il signor Putin ha chiesto in merito alla Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria e Bergoglio ha replicato al signor Putin: «NOI NON DISCUTEREMO FATIMA». Attraverso i canali diplomatici interni ho saputo che il signor Putin ha recepito questo come uno
stop. Qui c’è sotto qualcosa: il signor Putin ha ammiccato all’agente del servizio segreto militare che lo accompagnava in Vaticano.

Uno dei Cardinali presenti, il Card. Ravasi, descritto come uno dei “soldati” di Bergoglio, osservando di fronte a sé la statua di Nostra Signora di Fatima cui era molto vicino, ha affermato: «NOI DISTRUGGEREMO FATIMA».

Questo è il pensiero delle persone che occupano il Vaticano al momento. Si usa dire: « non possiamo consacrare la Russia perché offenderebbe i comunisti ». Ma i comunisti non sono più al potere. Ora sono i Russi a chiedere la Consacrazione della Russia e coloro che vogliono impedirlo sono i massoni in Vaticano, poiché questo sarebbe un duro colpo per il loro ecumenismo. L’Unità Ecumenica che fu profetizzata da San Pio X rappresenta il grande pericolo della “Unica Religione Mondiale”.

Per questo, poiché il Vaticano, è occupato dai massoni, come affermato da Mons. Marini: «SIAMO SOTTO OCCUPAZIONE DELLA MASSONERIA», ORA LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA È QUESTIONE DELLA MASSONERIA ECCLESIASTICA, PERCHÉ INTERFERISCE CON I LORO PIANI.

Nulla a che vedere con una offesa per i Russi, poiché… l’uomo più potente della Russia, forse l’unico Capo di Stato cristiano rimasto, è ora interessato alla Consacrazione della Russia ed è l’uomo che chiama se stesso “vescovo di Roma”, Bergoglio, che dice: «NOI NON DISCUTEREMO FATIMA».”

Conclude il Prof. Lamendola:

«Cosa si può aggiungere? Per quel che riguarda Ravasi, nessuna meraviglia: non è forse il cardinale che, infischiandosene bellamente di parecchie scomuniche comminate dalla Chiesa alla massoneria, dal quella del 1738 di Clemente XII, a quella del 1884 di Leone XIII, si è rivolto dalle pagine del massonico Il Sole 24 ore con un gran titolo: Cari fratelli massoni? Era la metà di febbraio del 2014, meno di un anno dopo l’elezione di Francesco da parte dei cardinali della mafia di San Gallo; dubitiamo che avrebbe osato tanto, finché al posto di Bergoglio c’era Benedetto XVI. Ma dal marzo del 2013 ogni argine è caduto, ogni maschera è divenuta superflua e i porporati massoni non si sono fatti scrupolo di mostrare le loro intenzioni; tanto che il cardinale Danneels, nella sua autobiografia, ha raccontato come il gruppo di pressione per eleggere Bergoglio esisteva già da tempo, così come il disegno di forzare alla dimissioni Benedetto XVI che già nel 2005, secondo loro, non avrebbe dovuto essere eletto, perché la mafia di San Gallo si era costituta, sotto la regia del cardinale Martini, appunto negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II, al preciso scopo d’impedire che l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ne prendesse il posto.

Perché Bergoglio oppose un rifiuto alla richiesta di Putin? Gli ultimi sviluppi politici internazionali, con la lotta ormai aperta fra il presidente americano Donald Trump e il Deep State al servizio del Nuovo Ordine Mondiale, cioè dei poteri forti della grande finanza, permette di capire meglio quella decisione di sette anni fa. Bergoglio è stato eletto nel quadro di una vasta congiura massonicofinanziaria la cui cabina di regia si trova dalle parti del Partito Democratica americano, del clan Obama-Clinton e dei grandi speculatori Soros, Gates, Zuckerberg, ecc. Costoro avevano deciso dimettere definitivamente fuori causa la sola forza morale capace di opporre ancora una qualche resistenza alla globalizzazione selvaggia, la Chiesa cattolica, trasformandola in una cosa loro e facendone un megafono per il migrazionismo, l’omosessualismo, l’ambientalismo pilotato alla Greta Thunberg. La seconda mossa avrebbe dovuto essere l’elezione alla Casa Bianca di Hillary Clinton, sempre più presa, a sua volta, nell’orbita del satanismo, fra le pratiche di magia nera di Marina Abramovic, la pedofilia industriale di Jeffrey Epstein e le messe nere con sacrifici rituali di bambini, come lasciato intravedere dall’inchiesta denominata Pizza Gate (pizza è la parola in codice per bambini). Ma le cose, nelle elezioni presidenziale del 2016, non sono andate come tutti davano ormai per certo, e la sincera incredulità di Giovanna Botteri, in diretta Rai, ne è stata un’eloquente testimonianza. A quel punto, l’ultima cosa che doveva apparire desiderabile a Bergoglio, era di vedere la Russia ergersi a difesa dei valori cristiani, che lui era stato eletto al preciso scopo di demolire. Putin e Trump, e ora monsignor Viganò, sono i nemici da eliminare con qualsiasi mezzo…».

Se dunque, come abbiamo detto, lo scontro tra Maria e Satana è realmente e tuttora in atto, ne deriva necessariamente che lo stiamo anche vivendo.

Noi stiamo dunque vivendo ancora Fatima, siamo nel pieno di Fatima. 

La Consacrazione della Russia potrà avvenire solo e soltanto quando la devozione al Cuore Immacolato di Maria trionferà, e l’Italia è uno dei Paesi capofila scelto in questa devozione.

La conclusione dei messaggi che Maria Santissima ha voluto lasciare alla Chiesa di cui è Madre, rappresentata dalla comunità dei Credenti, Corpo mistico di Cristo, sono le lacrime di sangue versate nel 1995 dalla Madonnina di Civitavecchia, alle porte di Roma.

L’inizio è rappresentato invece dalle apparizioni della Beata Vergine Maria a Santa Caterina Labouré, dove, nell’apparizione del 27 novembre 1830, la Madonna si mostra nell’atto di schiacciare sotto i suoi piedi il serpente che minaccia la Chiesa e il mondo intero.

Le lacrime di sangue versate nelle mani di un Vescovo italiano (Mons. Girolamo Grillo) dalla Madonnina di Civitavecchia sono il preludio dei tristissimi fatti, degli sconvolgimenti sociali, delle morti improvvise (non dimentichiamo che lo scorso anno 2021 è stato l’anno dei malori improvvisi in Italia, con un’anomalia nella fascia di età sotto i 50 anni: in particolare nella fascia di età tra i 15 e i 39 anni) che stanno caratterizzando questi ultimi tempi.

La Madonnina di Civitavecchia custodita nella Chiesa Parrocchiale di S. Agostino  

Se Maria, in forza della Risurrezione del Suo Figlio ha già vinto Satana una volta per tutte – e non potrebbe essere altrimenti – , il nostro compito oggi, il ruolo della Comunità ecclesiale che è composta anzitutto dai laici, il ruolo affidato quindi maternamente a ciascuno di noi dalla Beata Vergine Maria, è accrescere la nostra personale devozione al Suo Cuore Immacolato ed esserne altrettanto promotori di crescita in tutti coloro che il Signore ha posto sul nostro cammino.

«Ci salveremo insieme o saremo dannati insieme» aveva esclamato Suor Lucia, rivolgendosi a Padre Fuentes ad un certo punto di quella conversazione che costò successivamente al sacerdote messicano la perdita dell’incarico di postulatore della causa dei beati Francisco e Jacinta Marto, resa nota nel 1958 con l’approvazione delle autorità ecclesiastiche.

La preghiera del Santo Rosario, come mezzo di santificazione personale e di salvezza, e la Comunione riparatrice nei primi sabati del mese, come sacrificio di riparazione per i peccati di tutti, hanno lo scopo infatti di affrettare la fine di quella battaglia decisiva e di aprire finalmente la strada al trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

E allora, ma solo allora, potremo avere la grazia di vedere il Santo Padre consacrare la Russia al Suo Cuore Immacolato, esaudendo finalmente le richieste avanzate dalla Madonna di Fatima, in particolare nel corso di una rivelazione privata che Suor Lucia Dos Santos ebbe nel convento di Tuy, il 29 giugno 1929, dove si trovava allora.

E sarà concesso al mondo “un tempo di pace”.

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